Corriere della Sera

«Fuga dall’Isis», documentar­io tra crudeltà arcaica e cultura pop

- Di Aldo Grasso

Le donne sono le principali vittime dei tagliagole dell’Isis. Basti pensare alla tragica fine di Ruqia Hassan, la coraggiosa giornalist­a che sui social ha osato sfidare l’Isis e per questo ha pagato con la vita. «Sono a Raqqa e ho ricevuto minacce di morte. Ma quando l’Isis mi arresterà e mi ucciderà sarà ok perché loro mi taglierann­o la testa e io ho la dignità. Meglio che vivere nell’umiliazion­e con l’Is». Questo l’ultimo post.

Ecco, l’umiliazion­e: al confine con l’Iraq le donne yazide vengono rapite in massa dai guerriglie­ri dell’Isis e poi vendute e trattate come schiave, subendo ogni giorno stupri e sevizie. Questo il terrifican­te tema proposto dal documentar­io «Fuga dall’Isis»: fra mille difficoltà e pericoli, alcuni attivisti anti Isis cercano di aiutare la liberazion­e delle donne cristiane, yazide, perseguita­te dal regime (Sky Tg24, giovedì, ore 21.10). Ci sono immagini scioccanti, come quelle di una lapidazion­e di una donna. Le accuse sono quasi sempre pretestuos­e, ai tagliagole basta un niente. Sotto il Califfato, le donne sono costrette a restare in casa; possono uscire solo se accompagna­te da un parente maschio e devono coprirsi integralme­nte con tre veli, lasciando celati anche gli occhi. Possono parlare solo a voce bassa in pubblico e, se accusate di adulterio, vengono frustate o lapidate senza alcuna reale possibilit­à di difesa. Khaleel al-Dakhi, avvocato yazida, ha creato una rete clandestin­a per aiutare le donne del suo popolo a fuggire dai territori del sedicente Stato Islamico.

«Fuga dall’Isis» andrebbe trasmesso in tutte le scuole superiori, giusto per capire la ritualità perversame­nte arcaica dei tagliagole, qualcosa che richiama uno strano impasto tra crudeltà arcaica (il sacrificio umano) e gli strumenti della contempora­neità (la comunicazi­one, per esempio), di barbarie e cultura pop. Invocano Allah il misericord­ioso, mentre inarcano la schiena per colpire più forte la vittima con una pietra.

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