Corriere della Sera

«Ho portato mio figlio di 4 anni in Siria dall’Isis. Era l’inferno»

Il racconto di una mamma francese, attratta dal jihadismo, che è riuscita a scappare dal Califfato

- Viviana Mazza

E’ stata la paura per il suo bambino di 4 anni — destinato a diventare un jihadista al servizio del Califfo — ad aprire gli occhi a Sophie e a farla scappare da Raqqa, la «capitale» dell’Isis in Siria. «Avrei commesso il suicidio e ucciso mio figlio piuttosto che lasciare che diventasse un assassino con quei mostri», ha detto la donna 34enne all’Observer. Eppure era stata lei a portare suo figlio «nell’oscurità dell’Isis».

Sophie Kasiki (il nome è inventato) è una di un crescente numero di donne francesi (220 secondo un recente rapporto dell’intelligen­ce) che si sono unite all’Isis. Due anni fa le donne erano solo il 10% dei francesi partiti per la Siria, adesso sono il 35% — e un terzo sono convertite, come Sophie. Ma è anche una delle poche occidental­i che sono riuscite a scappare. Ha raccontato la sua fuga in un libro, «Dans la Nuit de Daech», edito da Robert Laffont. «Credo sia importante far sentire voci come questa, per fare da contraltar­e alla propaganda delle reclutatri­ci dell’Isis», ha detto al Corriere Erin Saltman, dell’Institute for Strategic Dialogue di Londra.

Cattolica, congolese, giunta orfana a 9 anni a Parigi, Sophie faceva l’assistente sociale, aiutava le famiglie immigrate. Aveva deciso di convertirs­i all’Islam (senza dirlo al marito ateo) per «riempire un vuoto»: poi conobbe tre giovani che nel settembre 2014 partirono per la Siria. Tenne i contatti, credendo di poterli convincere a tornare ma invece furono loro a «reclutarla». «Pian piano hanno fatto leva sulle mie debolezze. Sapevano che ero un’orfana convertita, sapevano che ero insicura...». Nel febbraio 2015, Sophie ha detto al marito che andava a Istanbul per lavoro, ha portato con sé il figlio, e ha seguito la rotta dei foreign fighters per la Siria. Pochi giorni dopo l’arrivo, l’utopia si è infranta: l’hanno portata in un ostello per straniere, dove i bambini guardavano video di decapitazi­oni mentre le madri applaudiva­no. Quando uno dei jihadisti francesi voleva portare suo figlio in moschea, lei s’è ribellata: l’ha punita con un pugno in faccia. «Noi donne non eravamo che uteri per dar figli all’Isis». È scappata lo scorso aprile con l’aiuto di una famiglia locale: in Francia stata in prigione per due mesi e rischia d’essere incriminat­a per rapimento di minorenne. Ma è fortunata. Le occidental­i che fuggono sono poche, non perché non ci siano «pentite», ma perché difficile: non parlano l’arabo, i passaporti vengono distrutti. Samra Kesinovic, austriaca di 17 anni, sarebbe stata trasformat­a in schiava sessuale e poi picchiata a morte perché tentava la fuga.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy