«Delitto d’impeto, conosceva il killer» L’americana strangolata, le ipotesi degli investigatori. Lei non avrebbe reagito. Il cadavere forse spostato
Nessun ha sentito niente in quel piccolo condominio nel cuore della movida di Firenze. Né un grido, né un gemito, neppure un rumore sospetto. Mentre Ashley stava morendo strangolata, Scout, il suo cane amatissimo, se n’è stato buono e zitto nella cuccia nascosta nel soppalco. L’animale conosceva l’assassino? Sicuramente sì, perché, Scout abbaiava quando qualche sconosciuto varcava la soglia del mini locale di via Santa Monaca. L’hanno trovato accucciato davanti al corpo della padrona distesa nuda su un divanetto.
È stata uccisa lì Ashley Olsen, americana di 35 anni, un amore incondizionato per l’arte e per Firenze? Forse no. Alcuni indizi raccolti dagli investigatori farebbero ritenere che la morte della ragazza sia avvenuta nel letto e poi qualcuno abbia spostato il corpo, trascinandolo. Il motivo dell’eventuale gesto resta un enigma assoluto che forse solo oggi sarà svelato al termine dell’autopsia.
I primi sospetti, che si erano immediatamente diretti sul pittore Federico Fiorentini, 43 anni, fidanzato della vittima, adesso si stanno affievolendo.
La versione dell’uomo, che per primo ha trovato il corpo Le immagini A sinistra uno scatto davanti al portone della casa dove viveva Ashley Ann. A destra alcune foto dal suo profilo Instagram o Facebook, anche con il fidanzato Federico Fiorentini della ragazza e ha dato l’allarme, è verosimile, così come reggono gli alibi dei tre giorni durante i quali, dopo un litigio, non ha più incontrato la ragazza che, dicono gli amici, «amava moltissimo. Non le avrebbe mai fatto niente di male». Gli investigatori sono convinti d’essere davanti a un delitto non premeditato. L’omicida avrebbe agito d’impeto prima cercando di strangolare la donna con le mani e poi finendola con un oggetto, forse una catenina. Ma Ashley, ed è questo il particolare più incongruo delle indagini, non avrebbe reagito, come se partecipasse a un gioco di cui non avrebbe capito il pericolo.
Intanto, la polizia scientifica ha iniziato a valutare i filmati delle telecamere di sicurezza che certamente hanno filmato l’assassino. Soprattutto un dispositivo, con tecnologia a 360 gradi e una buona memoria, potrebbe fornire i fotogrammi rivelatori. Si trova tra via dei Serragli con via Sant’Agostino, a pochi metri dall’ingresso dell’appartamento della vittima.
Anche il computer della giovane donna sta raccontando particolari ritenuti interessanti. Foto, video, nomi e indirizzi. Compresi quelli delle amiche che hanno raccontato di aver visto per l’ultima volta Ashley Olsen la notte dell’Epifania in un locale dello stesso quartiere. Aveva bevuto molto, ma alla tre del mattino aveva deciso di non rientrare a casa. «Andate voi, io sto un altro po’ qui», aveva detto.
Altri testimoni hanno raccontato di aver visto l’americana, nella notte tra giovedì e venerdì, seduta su una panchina di San Frediano con una birra in mano assieme a un’altra ragazza.