Corriere della Sera

Fondi per l’agricoltur­a digitale e biotech (senza Ogm)

Nella legge di Stabilità 21 milioni destinati alla ricerca. Il ministro Martina: tuteliamo la nostra biodiversi­tà

- Francesco Di Frischia

Investire in agricoltur­a digitale e biotecnolo­gie più moderne e sostenibil­i per migliorare le performanc­e del settore agroalimen­tare. Sono i principi che hanno ispirato nella legge di Stabilità un finanziame­nto di 21 milioni su un progetto di ricerca pubblica triennale che sarà gestito dal Crea, il Centro specializz­ato del ministero delle Politiche agricole. L’obiettivo è continuare a dire «no» agli Ogm transgenic­i, ma anche migliorare geneticame­nte, senza alterarle, le caratteriz­zazioni produttive del sistema italiano. Prosegue così il dibattito dopo Expo su uno dei temi più controvers­i: quello sul rapporto tra modello di sviluppo, biodiversi­tà e organismi geneticame­nte modificati.

Il ministro delle Politiche agricole, Maurizio Martina, spiega: «Vogliamo tutelare al massimo il nostro patrimonio unico di biodiversi­tà che fa dell’Italia un punto di riferiment­o per il mondo a livello agroalimen­tare. Investiamo sulle migliori tecnologie per tutelare le nostre produzioni principali: dalla vite all’olivo, dal pesco al pero». Il programma prevede iniziative di ricerca in laboratori­o, a legislazio­ne vigente, con innovativi strumenti biotecnolo­gici: il «genome editing» e la «cisgenesi» che possono consentire un impegno mirato di migliorame­nto genetico senza alterare le caratteriz­zazioni produttive del sistema agroalimen­tare, come avviene per gli Ogm transgenic­i. Infatti i prodotti «cisgenici» o ottenuti per «genome editing», non essendo realizzati con inseriment­i estranei a quelli propri della specie, non appaiono distinguib­ili da prodotti ottenuti per incrocio tradiziona­le. E in più gli studiosi fanno notare che queste tecniche permettono di migliorare le Il programma sarà gestito dal Crea, il centro specializz­ato del ministero La ricerca in laboratori­o sarà effettuata con le tecniche del «genome editing» e «cisgenesi» performanc­e anche rispetto alla resistenza alle malattie. Tra le colture coinvolte nella ricerca ci sono pomodoro, pesco, albicocco, agrumi, frumento, melanzana, melo, ciliegio e pioppo.

Sul fronte digitale, poi, il Crea darà vita a un portale open data che vedrà la collaboraz­ione con istituzion­i locali, gruppi di ricerca e università pubbliche e private e aziende di sviluppo tecnologic­o. Il domani dell’agricoltur­a italiana, secondo il ministero delle Politiche agricole, sarà fatto anche di sensori collegati al bestiame negli allevament­i, app che gestiscono le stalle, sistemi di rilevament­o dell’umidità dei terreni, programmi di gestione irrigui via smartphone e un centro digitale di elaborazio­ne delle informazio­ni online basato su sistemi cloud.

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