Corriere della Sera

DE LUCA, QUARTO E IL CENSURATO CHE DIVENTA MORALIZZAT­ORE

- @mdemarco55 di Marco Demarco

Ci mancava solo il censurato che si impanca a censore. Ai tempi della canotta traforata, Umberto Bossi non si è mai proposto come arbiter elegantiar­um. In toga e senza, Antonio Di Pietro non si è mai offerto come maestro nell’uso dei congiuntiv­i. Ma Vincenzo De Luca non conosce dismisura. Ed eccolo, allora, all’attacco dei pentastell­ati per la storia di Quarto, dove un camorrista invitava a votare per il movimento; un eletto, poi espulso, è indagato per vari reati; e la sindaca ha appena ricevuto lo sfratto mediatico di Roberto Saviano. «Cari grillini, non accetto da nessuno patenti di moralità: il tempo del propagandi­smo è finito», ha tuonato severo il governator­e. Ed è lo stesso governator­e, a proposito di propagandi­smo da evitare, che a fine anno ha convocato i giornalist­i per un bilancio dei suoi primi mesi alla Regione Campania e così, sobriament­e, ha concluso: «Devo essere sincero, credo davvero di aver fatto miracoli. Anzi, confesso di essere traumatizz­ato da me stesso». Testuale. Neanche Crozza, insomma. Ma a parte questo, e a parte l’ironia sul voto dei «non oxfordiani» ( alias i camorristi) di Quarto, De Luca, che pure ammise a suo tempo di essersi ritrovato qualche «impresenta­bile» nelle liste, ha ora sfidato Grillo a un pubblico dibattito. Non già, si badi, a chi ha l’insulto più facile o a chi più diffida dei giornalist­i. Bensì sulla correttezz­a amministra­tiva. Proprio così. Lo sfidante ha aggiunto che tutte le date vanno bene. Tutte, ha però omesso di dire, tranne il 15 gennaio. Quel giorno dovrà recarsi in corte d’Appello per dichiarazi­oni spontanee nel processo per abuso di ufficio. Un reatuccio, certo. Ma rispetto al primo grado, la Procura ha già esteso l’ipotesi accusatori­a: ora chiede il processo anche per il reato di peculato.

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