Istanbul e oltre, lessico famigliare di un vagabondaggio
In una delle sue Lezioni, tenute all’Università di Cambridge nel 1961, Edward Carr sosteneva che l’unico modo attraverso cui possiamo comprendere il passato è con gli occhi del presente e che «non si può scrivere storia se lo storico non raggiunge una qualche sorta di contatto con la mentalità di coloro cui sta scrivendo». Senza voler ricorrere a paragoni troppo audaci, possiamo affermare che Siegmund Ginzberg, con il suo ultimo romanzo Spie e zie (Bompiani), è riuscito a raccontare la storia attraverso la dimensione privata della narrazione famigliare, coinvolgendo il lettore in una ricerca personale che si intreccia con gli avvenimenti più importanti del XX secolo. La voce narrante è quella dello scrittore, alle prese con un enigma che lo rincorre ostinatamente: ovvero se suo zio Bernard sia in verità Eugen Fried, uno dei massimi rappresentanti dell’Internazionale comunista a guida moscovita. «Questo non è propriamente un romanzo», ci avverte l’autore, ma un libro di storie, «frammenti di storie orecchiate in famiglia intrecciate a storie e luoghi del Novecento». La vicenda dei Ginzberg, emigranti di origine ebraica, comincia a Istanbul, dove si stabilirono all’inizio del secolo scorso. Il nonno paterno, Siegmund, raggiunse la città turca dal porto di Costanza; la nonna, Regina Gezelter, originaria di Corfù, vi si precipitò dopo la minaccia di un massacro da parte dei cristiani ortodossi dell’isola. Istanbul rappresenta al tempo stesso il punto di arrivo e quello di partenza, l’origine e il fulcro di tutto l’intreccio. Da qui i protagonisti del racconto si allontaneranno alla ricerca di una vita migliore, alcuni senza mai farvi ritorno. Attraverso le vicende della famiglia Ginzberg riviviamo i momenti cruciali del Novecento: la dissoluzione dell’Impero austroungarico e di quello ottomano, le due guerre mondiali, l’ascesa del nazismo e l’esperienza del Fronte popolare francese. Il tutto accompagnato da una rievocazione intima e personale, mai patetica, che ci guida agilmente nella narrazione.