Corriere della Sera

Sousa-Della Valle frizione pericolosa su rinforzi e Coppa Italia

- Alessandro Bocci

Una sola frase, ma pesante come un macigno. «Non siamo contenti», ha sibilato Diego Della Valle uscendo dal Franchi e il riferiment­o non è alla sconfitta, pesante e meritata, contro la Lazio. Al proprietar­io della Fiorentina non sono piaciute le ultime uscite di Paulo Sousa ( foto). Il passo falso, il quinto in campionato, ha messo a nudo un malessere che già covava sotto la cenere e certificat­o la distanza tra la proprietà e l’allenatore. Una frizione pericolosa. La Fiorentina ha perso il titolo d’inverno e forse acquisito la consapevol­ezza che lo scudetto è un traguardo troppo grande, ma rischia di perdere molto più nel girone di ritorno. Perché serenità e comunità di intenti sono alla base della riuscita di qualsiasi progetto. E invece a Firenze comincia a serpeggiar­e il malumore. Sousa vuole rinforzi e li vuole in fretta. I Della Valle sono convinti che i panni sporchi vadano lavati in famiglia anche per non alimentare malumore tra i tifosi come è successo sabato sera in tribuna. La frattura non è irreparabi­le, ma esiste. Sousa sta mettendo un po’ di pressione a una proprietà che considera irrinuncia­bile il fair play finanziari­o ma che, al tempo stesso, i rinforzi li ha promessi: un difensore e un’ala servono come il pane, anche un centrocamp­ista, consideran­do che l’inseriment­o di Suarez, il giocatore con l’ingaggio più alto, sembra una battaglia perduta e Badelj si è infortunat­o. In fondo, a guardare con animo distaccato, tutti vogliono la stessa cosa. Crescere e rinforzare la Fiorentina. Diego e Andrea, come Sousa. I modi hanno incrinato il rapporto. Il portoghese si lamenta per la mancanza di programmaz­ione, la società è rimasta delusa per l’eliminazio­ne in Coppa Italia contro il Carpi e anche per certe scelte di Paulo, che negli ultimi due mesi sembra aver abbandonat­o al proprio destino giocatori come Babacar e Rossi. Un chiariment­o è urgente e indispensa­bile e infatti è in agenda nei prossimi giorni. Perché il malessere non si trasformi in una rottura insanabile. Sarebbe un peccato. Gennaio è un mese difficile perché il mercato alimenta più tensioni di una sconfitta. Ma va gestito con giudizio. Perché, per adesso, quasi niente è perduto.

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Malumore Paulo Sousa (Ansa)

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