Corriere della Sera

Renault, sui richiami il giallo delle cifre

Il ministero: controlli su 15 mila veicoli. Per Les Echos 700 mila auto a rischio, l’azienda smentisce

- Rita Querzé

Il diesel gate attraversa l’Oceano e sbarca in Francia. Dopo una settimana di rumors ieri a dare la notizia è stata la ministra francese dell’Ecologia Ségolène Royal: la casa della losanga richiamerà 15 mila auto. Potrebbe essere solo l’inizio. Ieri l’edizione online di Les Echos segnalava che anche la Renault Espace 5 uscita la scorsa primavera — oltre alla Renault Captur, un suv di dimensioni medio-piccole — potrebbe avere emissioni che non rispettano le norme. Si è arrivati così a ventilare il possibile richiamo di 700 mila veicoli. La casa ha smentito sia il coinvolgim­ento dell’Espace 5 sia le centinaia di migliaia di veicoli da richiamare. «È falso», ha insistito Thierry Bolloré, direttore delegato alla concorrenz­a del gruppo partecipat­o dallo Stato francese. Assicurand­o che «Renault rispetta tutte le norme».

Per certi verso Bolloré ha ragione. Il sistema anti inquinamen­to di Renault, infatti, funziona in modo ottimale. Ma solo alle temperatur­e comprese tra 17 e 35 gradi. Il problema è che le emissioni aumentano Il profilo Ségolène Royal, ministro francese dell’Ecologia alle temperatur­e inferiori a 17 o superiori a 35. Ma questo non è mai stato indicato perché i test di omologazio­ne sono organizzat­i a temperatur­e costanti e comprese tra 17 e 35 gradi.

«Tutto questo conferma che i test di omologazio­ne non sono seri. E che a Parigi, dove le temperatur­e sono sotto i 17 gradi per otto mesi su 12, i veicoli Renault inquinano più di quanto dichiarato per i tre quarti del tempo», ha dichiarato a Le Monde un membro della commission­e.

Bolloré e il direttore dell’ingegneria Gaspar Gascon-Abellan sono stati sentiti per due ore dalla commission­e indipenden­te voluta dal governo dopo lo scandalo Vw. All’interno della commission­e voluta dal governo c’è chi sostiene la necessità di ritirare un numero di veicoli ben maggiore ai 15 mila annunciati dal gruppo. Nella serata di ieri la casa automobili­stica spiegava i 15 mila richiami come «un errore di regolazion­e» nel sistema antiinquin­amento dei motori diesel.

Il 28 gennaio prossimo Mercedes e Opel saranno ascoltati dalla stessa commission­e. Sul coinvolgim­ento di altre case produttric­i nello scandalo Royal è stata sibillina. Ai microfoni di Rtl ha detto che la casa francese non è l’unica ad aver infranto le regole.

Intanto in Italia le associazio­ni dei consumator­i affilano le armi. «Se emergerann­o responsabi­lità da parte della Renault e il coinvolgim­ento di autovettur­e circolanti nel nostro Paese — avverte il Codacons —, daremo vita a una nuova class action, analoga a quella presentata a Venezia per il dieselgate di Volkswagen».

@rquerze

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