«L’Europa non ne azzecca più una» Il premier: non sono un attaccabrighe. Voglio dire sì a cose che funzionino per noi, non soltanto per gli altri «Bene Draghi ma gli stress test sono termometri strani. Carrai? È giusto che ognuno porti i suoi nello staff»
Sull’Europa, lo scontro con la Commissione, il cambio di ambasciatore presso la Ue, è netto quanto, a tratti, telegrafico. « Juncker? Ha fatto tutto lui». Ovvero, in altre parole, in modo più esteso, «non sto litigando perché faccio le bizze con i con i commissari, non faccio le bizzette o le polemicucce perché sono un attaccabrighe, ma dico che per anni abbiamo sempre detto di sì, ora invece voglio dire sì a cose che funzionino per noi, oltre che per gli altri. L’Europa è in crisi di identità e non ne azzecca più una: dobbiamo aiutarla a cambiare».
Durante la trasmissione di Porta a Porta il presidente del Consiglio torna sui contrasti e le incomprensioni con la Ue, spiega il senso della nomina di Carlo Calenda, viceministro dello Sviluppo economico, un politico e non un diplomatico, per la rappresentanza europea: «Gli ambasciatori sono bravissimi, per carità. Ma quando i burocrati hanno fatto un po’ di battutine sull’Italia a Bruxelles pensando di impaurirmi, ho risposto: se volete uno più rissoso di me e bravissimo, vi mando Calenda, bravo e rissoso Ai burocrati Ue che facevano battutine ho detto: vi mando Calenda bravo e più rissoso di me Calenda che ha gestito benissimo tanti dossier».
Resta nel mirino il capo di gabinetto di Juncker, il tedesco Martin Selmayr, accusato di aver passato informazioni ai media contro il governo italiano: «Questo sistema dei messaggini... se il capo di gabinetto di Juncker ha qualcosa da dire non chiama tre giornalisti di nascosto e per quel che mi riguarda lo può dire ai suoi cugini, io rispondo agli italiani».
Sulla banche «benissimo le parole di Mario Draghi, oggi è andata meglio, come immaginavo. Si è scaricata su alcune banche italiane una serie di tensioni difficili da leggere». E anche questo sarebbe un argomento da chiarire in sede europea: «Gli stress test usano termometri strani, le banche tedesche e francesi hanno più derivati dei nostri ma i derivati sono considerati poco. Ci sono criteri che aiutano quasi sempre i modelli di business di altri Paesi e non dell’Italia, per questo ci facciamo sentire».
E su Monte dei Paschi, sulle vendite massicce che hanno colpito la banca senese: «È una banca che ha passato vicissitudini pazzesche ma che oggi è risanata. Ed è anche un bell’affare. Ha bisogno di trovare qualche partner. Prenderei tante cose volentieri dalla Merkel, ma non il sistema bancario, il nostro è più solido».
Il premier fa un bilancio degli ultimi risultati, derubrica le polemiche sull’appoggio di Verdini alla riforma istituzionale In tv Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, 41 anni, ospite ieri di Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai 1 ( foto BenvegnùGuaitoli) assicurando che non c’è stato alcun mercato: «Verdini non è entrato in maggioranza, quella costituzionale è sempre più ampia di quella politica».
C’è anche una prima risposta sull’ipotesi che l’amico personale Marco Carrai vada a Palazzo Chigi come consulente sulla sicurezza informatica: «Deve decidere lui, se vuole venire a dare una mano sarei felice ma deve mollare tutto, molti incarichi e rimetterci un sacco di soldi. Il capo dei servizi resta Minniti e in caso Carrai risponderà a lui. Quando si tratta di staff è giusto che ognuno porti i suoi, come in America, serve una grande professionista su big data, noi portiamo i migliori».