Corriere della Sera

«L’Europa non ne azzecca più una» Il premier: non sono un attaccabri­ghe. Voglio dire sì a cose che funzionino per noi, non soltanto per gli altri «Bene Draghi ma gli stress test sono termometri strani. Carrai? È giusto che ognuno porti i suoi nello staff»

- Marco Galluzzo

Sull’Europa, lo scontro con la Commission­e, il cambio di ambasciato­re presso la Ue, è netto quanto, a tratti, telegrafic­o. « Juncker? Ha fatto tutto lui». Ovvero, in altre parole, in modo più esteso, «non sto litigando perché faccio le bizze con i con i commissari, non faccio le bizzette o le polemicucc­e perché sono un attaccabri­ghe, ma dico che per anni abbiamo sempre detto di sì, ora invece voglio dire sì a cose che funzionino per noi, oltre che per gli altri. L’Europa è in crisi di identità e non ne azzecca più una: dobbiamo aiutarla a cambiare».

Durante la trasmissio­ne di Porta a Porta il presidente del Consiglio torna sui contrasti e le incomprens­ioni con la Ue, spiega il senso della nomina di Carlo Calenda, viceminist­ro dello Sviluppo economico, un politico e non un diplomatic­o, per la rappresent­anza europea: «Gli ambasciato­ri sono bravissimi, per carità. Ma quando i burocrati hanno fatto un po’ di battutine sull’Italia a Bruxelles pensando di impaurirmi, ho risposto: se volete uno più rissoso di me e bravissimo, vi mando Calenda, bravo e rissoso Ai burocrati Ue che facevano battutine ho detto: vi mando Calenda bravo e più rissoso di me Calenda che ha gestito benissimo tanti dossier».

Resta nel mirino il capo di gabinetto di Juncker, il tedesco Martin Selmayr, accusato di aver passato informazio­ni ai media contro il governo italiano: «Questo sistema dei messaggini... se il capo di gabinetto di Juncker ha qualcosa da dire non chiama tre giornalist­i di nascosto e per quel che mi riguarda lo può dire ai suoi cugini, io rispondo agli italiani».

Sulla banche «benissimo le parole di Mario Draghi, oggi è andata meglio, come immaginavo. Si è scaricata su alcune banche italiane una serie di tensioni difficili da leggere». E anche questo sarebbe un argomento da chiarire in sede europea: «Gli stress test usano termometri strani, le banche tedesche e francesi hanno più derivati dei nostri ma i derivati sono considerat­i poco. Ci sono criteri che aiutano quasi sempre i modelli di business di altri Paesi e non dell’Italia, per questo ci facciamo sentire».

E su Monte dei Paschi, sulle vendite massicce che hanno colpito la banca senese: «È una banca che ha passato vicissitud­ini pazzesche ma che oggi è risanata. Ed è anche un bell’affare. Ha bisogno di trovare qualche partner. Prenderei tante cose volentieri dalla Merkel, ma non il sistema bancario, il nostro è più solido».

Il premier fa un bilancio degli ultimi risultati, derubrica le polemiche sull’appoggio di Verdini alla riforma istituzion­ale In tv Il presidente del Consiglio Matteo Renzi, 41 anni, ospite ieri di Bruno Vespa a Porta a Porta su Rai 1 ( foto BenvegnùGu­aitoli) assicurand­o che non c’è stato alcun mercato: «Verdini non è entrato in maggioranz­a, quella costituzio­nale è sempre più ampia di quella politica».

C’è anche una prima risposta sull’ipotesi che l’amico personale Marco Carrai vada a Palazzo Chigi come consulente sulla sicurezza informatic­a: «Deve decidere lui, se vuole venire a dare una mano sarei felice ma deve mollare tutto, molti incarichi e rimetterci un sacco di soldi. Il capo dei servizi resta Minniti e in caso Carrai risponderà a lui. Quando si tratta di staff è giusto che ognuno porti i suoi, come in America, serve una grande profession­ista su big data, noi portiamo i migliori».

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