Corriere della Sera

Quei compensi dalla Fiera all’architetto della villa di Sala

Milano, a De Lucchi l’onorario per allestimen­ti al Padiglione Zero e all’Expo Center

- Luigi Ferrarella lferrarell­a@corriere.it

È la verità, ma non è tutta la verità, quella detta mercoledì in conferenza stampa dal commissari­o Expo e candidato pd alle primarie per sindaco di Milano, Giuseppe Sala, sul profession­ista occupatosi nel 2012-2013 per una parcella di «72.800 euro più Iva» di «una parte degli interni e qualche finitura esterna» della sua villa a Zoagli. Aveva detto Sala: «In Expo l’architetto Michele De Lucchi ha avuto un totale di 110.000 euro per tre incarichi», ad affidament­o diretto nel 2012 e inizio 2013, consentiti a Expo perché ciascuno appena sotto la soglia dei 40.000 che impone gare pubbliche. E, ironizzand­o, aveva aggiunto: «Se De Lucchi ha ricevuto 110mila euro da Expo per il Padiglione Zero e 70mila da me per una casa», ciò «dimostra che sono un bravissimo negoziator­e quando si tratta di soldi pubblici, e non quando sono miei».

Ma dal computo manca una voce pesante: mezzo milione di euro (più Iva e cassa pensionist­ica) che nel 2013 l’architetto De Lucchi ha contrattua­lmente ricevuto, in affidament­o diretto senza gara per le sue progettazi­oni di allestimen­ti di Padiglione Zero e Expo Center, da Fiera Milano spa: cioè non direttamen­te da Expo, ma apertament­e nell’interesse e su richiesta di Expo nell’ambito di una convenzion­e (fondata su decreti del Presidente del Consiglio del 2010 e 2008) che legittimav­a la facoltà di Expo di «avvalersi degli enti fieristici», ovviamente poi rimborsand­oli. Ed è in questa convenzion­e che nel 2013 Fiera Milano spa riceve da Expo la richiesta di svolgere alcune progettazi­oni di Padiglione Zero e Expo Center, e vi provvede dando incarichi diretti ad almeno tre archistar: De Lucchi, Carlo Ratti e Francesco Marzullo. Ieri la Fiera ha detto di non poter comunicare i compensi per tutelare la privacy dei profession­isti. E il bilancio non dettaglia queste uscite anticipate per conto di Expo, ma le contabiliz­za nella aggregata voce sulle consulenze.

Solo dai contratti e dalle delibere del cda è possibile ricavare che per De Lucchi si trattò di quasi 500.000 euro più Iva. E che la Fiera lo scelse per un principio di continuità condiviso con Expo, nel senso che De Lucchi aveva già fatto un concept per Expo, così come anche Ratti e Marzullo avevano già avviato lavori per Expo. Nel caso di Ratti, addirittur­a, Expo mise nero su bianco alla Fiera che era assolutame­nte necessario il supporto di questo architetto, in altri casi Expo richiese che i nominativi fossero preventiva­mente condivisi. Le leggi sono rispettate. Ma l’effetto pratico è che Expo, società di diritto pubblico, per un incarico da mezzo milione a De Lucchi non avrebbe potuto procedere ad affidament­o diretto ma avrebbe dovuto bandire una gara; mentre in questo modo le condizioni di fatto (i tre contratti sotto 40.000 euro che diventano la base della «continuità» poi da assicurare da parte della Fiera) e contrattua­li (la convenzion­e con la Fiera) sono invece stati la cornice nella quale la Fiera (società di diritto privato che può fare affidament­i diretti per qualunque cifra) ha compensato con mezzo milione De Lucchi per progetti relativi a Expo e da Expo richiesti alla Fiera.

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