Omicidio stradale, governo sotto Con Forza Italia votano 40 dem
Scrutinio segreto, la legge torna in Senato. Renzi: offesi i familiari delle vittime
Reato autonomo di omicidio stradale, tutto da rifare. La legge arrivata a un passo dall’approvazione dopo 4 passaggi parlamentari ha subito l’ennesimo stop alla Camera e ora deve tornare al Senato. Col voto segreto, chiesto dalle opposizioni, è passato un emendamento di Forza Italia (247 favorevoli e 219 contrari) al quale la relatrice Alessia Morani (Pd) e il governo si erano dichiarati contrari. Ai voti degli azzurri, si sono aggiunti quelli della Lega, di Sel, dei Cinque Stelle e anche di una quarantina di deputati dem: tutti hanno detto sì alla modifica dell’avvocato azzurro Paolo Sisto che ha inteso meglio specificare nel testo il divieto di arresto obbligatorio in flagranza per il guidatore ubriaco (o drogato) che causa lesioni ma si ferma a soccorrere la vittima.
Il governo è dunque andato sotto su una legge che il presidente del Consiglio aveva personalmente sponsorizzato. Ha infatti commentato il premier Matteo Renzi: «Quello che non mi piace e che alcuni gruppi di opposizione hanno applaudito sbeffeggiando il governo ma in Aula c’erano i familiari delle vittime. Ecco, non ci sto a vedere alcuni gruppi che, travolti dall’odio per il governo, non capiscono che un applauso ferisce i parenti delle vittime».
Dopo mesi di «navetta» si riparte dal Senato nei giorni in cui proprio a Palazzo Madama è stata decretata la fine del bicameralismo paritario. E le associazioni dei familiari delle vittime della strada non l’hanno presa bene. Oltre la beffa (le urla in Aula), l’imposizione di un altro rinvio: «Dopo 4 passaggi in Parlamento questo voto segreto che affossa la legge è offensivo anche per quei parlamentari che esultano», dice Giordano Biserni (Asaps). Che aggiunge: «Avevamo capito che l’omicidio stradale avrebbe avuto vita dura in Parlamento: a noi sembra che sia stato approvato un emendamento inutile perché, se non avevamo letto male, la legge all’esame della Camera prevedeva l’arresto in flagranza di chi uccide guidando drogato o ubriaco ma non nel caso di lesioni gravi».
Invece la parola d’ordine che è passata tra i banchi dell’opposizione è stata una sola: «Se non si specifica bene che l’arresto obbligatorio scatta solo con l’omicidio... finiamo per incentivare la fuga di chi teme l’arresto obbligatorio anche se provoca lesioni gravi». Francesco L’esito Il momento in cui viene approvato a scrutinio segreto un emendamento di Francesco Paolo Sisto (FI) con 247 sì e 219 no Paolo Sisto (FI), autore dell’emendamento, ha spiegato che «le famiglie delle vittime della strada meritano il massimo rispetto ma non ci si occupa di norme incriminatrici assecondando la pancia della piazza». Anche Daniele Farina (Sel) sposa la linea garantista: «La Camera ha rimesso gli occhiali col voto segreto». Vittorio Ferraresi (M5S) parla di arroganza della maggioranza e la Lega, con Roberto Simonetti, si compiace che «40 deputati del Pd abbiano votato contro le indicazioni del governo».
Tra i dem esce allo scoperto l’ex responsabile Giustizia Danilo Leva, avvocato: «La proposta di legge sull’introduzione del reato di omicidio stradale è di fatto il cedimento al populismo penale che nel nostro Paese ha prodotto danni cosmici già in passato». Osserva infine Donatella Ferranti (Pd), presidente della commissione Giustizia: «È stato un grave atto di irresponsabilità. Alla votazione precedente a scrutinio palese, sull’emendamento soppressivo proposto dai grillini, la maggioranza aveva retto. Nel segreto dell’urna, poi, qualcuno ha cambiato idea».