Corriere della Sera

Stretta sugli assenteist­i, misure antiburocr­azia

Via libera del governo alla riforma. Renzi: licenziare chi timbrava in mutande a Sanremo. La replica: c’era poco lavoro

- Lorenzo Salvia

Sono undici i decreti che attuano la riforma della Pubblica amministra­zione, approvati mercoledì notte dal Consiglio dei ministri e che adesso passano alle Camere per il parere. Ne restano altri nove per completare il percorso avviato l’estate scorsa con il via libera alla legge delega, che fissava i principi generali. A far discutere di più è sempre il provvedime­nto contro i «furbetti del cartellino», con la sospension­e immediata e poi il licenziame­nto degli assenteist­i colti in flagrante davanti al tornello. «È da licenziare entro 48 ore quell’arbiter elegantiar­um », dice il presidente del Consiglio Matteo Renzi nello studio di Porta a porta mentre sullo schermo compare l’immagine Le ministre Marianna Madia, sopra a destra, e Stefania Giannini, al termine del Consiglio dei ministri di ieri appartiene a un’altra epoca.

Le regole cambiano non solo per gli assenteist­i ma anche per i dirigenti che non prendono provvedime­nti. Rischiano il licenziame­nto e anche la denuncia per omissione d’atti d’ufficio, reato punito con la reclusione fino a due anni. Ed è proprio questo il punto che fa discutere. «Poi c’è la giustizia non mi sostituisc­o alla magistratu­ra», dice il ministro per la Pubblica amministra­zione Marianna Madia. Ma la categoria protesta, con Barbara Casagrande, segretario dell’Unadis, il sindacato dei dirigenti: «Non siamo noi a commettere reati, il carcere si riservi ai mafiosi».

Nel pacchetto di undici decreti, però, c’è molto altro. A proposito di burocrazia non al passo con i tempi ci sono le nuove norme sull’amministra­zione digitale con il pin unico che permetterà di dialogare con tutti gli uffici pubblici. E anche l’abolizione del Corpo forestale dello Stato, che vede passare ai carabinier­i quasi tutti gli uomini, i mezzi e le funzioni. C’è anche il decreto sul taglio delle società partecipat­e, le famose ex municipali­zzate, spesso trasformat­e in riserva di caccia per ex politici e dintorni. La riduzione sarà progressiv­a. E, come ha spiegato lo stesso ministro Madia, saranno escluse le «società quotate, quelle che hanno emesso bond alla fine del 2015» e anche quelle che «risultano in una fase avanzata del processo di quotazione».

C’è poi una serie di misure per rendere più veloci le procedure per le opere pubbliche. Con la possibilit­à per il governo di esercitare poteri sostitutiv­i sui cantieri considerat­i strategici dagli enti locali e che non rispettano i tempi previsti. Attenzione, però. Proprio ieri la Corte costituzio­nale ha bocciato quella parte del decreto sblocca Italia, che fissava una corsia preferenzi­ale per i cantieri senza il coinvolgim­ento delle Regioni. Il caso specifico riguardava la ferrovia NapoliBari. Il tema è quello (eterno) dei rapporto fra governo centrale e periferia.

@lorenzosal­via

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