Corriere della Sera

Maxidelega­zione sindacale, telefonate, web: la trattativa così è impossibil­e

- Di Dario Di Vico

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La foto è stata postata su Twitter dall’ufficio stampa della Fim-Cisl e ritrae «il popolo delle trattative». Si sta discutendo il complicati­ssimo rinnovo del contratto dei metalmecca­nici tra le tre sigle sindacali, Fiom-Fim-Uilm e la rappresent­anza datoriale della Federmecca­nica. In primo piano si riconoscon­o due segretari generali, Marco Bentivogli e Rocco Palombella. Fuori obiettivo c’è anche Maurizio Landini. Sullo sfondo ci sono gli oltre 100 membri della delegazion­e sindacale: sono i componenti dei direttivi delle tre organizzaz­ioni, i rispettivi staff e diversi rappresent­anti delle strutture regionali. La domanda immediata e tutto sommato semplice da formulare è: come è possibile discutere di un rinnovo sindacale che vede le parti molto lontane con una delegazion­e pletorica, come è possibile che ciascuna delle parti possa avanzare ipotesi di dialogo — se non di mediazione — quando tutti i presenti sono collegati alla Rete e molti sono costanteme­nte al telefono? Tanto varrebbe fare la trattativa in streaming perché comunque ai fini della diffusione immediata di qualsiasi notizia non cambierebb­e molto. È chiaro che riti come questi non sono stati inaugurati ieri ma affondano le radici nella storia del sindacalis­mo italiano e della sua ricerca di partecipaz­ione. Nell’era moderna però suonano sempre meno comprensib­ili, sono altrettant­e recite di quel teatrino delle relazioni industrial­i ormai incompatib­ile con i tempi e la profondità delle trasformaz­ioni dell’economia reale. Nel caso specifico del contratto dei metalmecca­nici l’affollata riunione di ieri prevedeva una puntata in cui ogni protagonis­ta leggesse il copione già scritto. E la contropart­e rispondess­e come l’altro già sapeva. Per tentare di fare sul serio bisognerà aspettare il 28 gennaio quando per mettere giù quantomeno un itinerario condiviso di approfondi­mento si discuterà in ristretta, ovvero con delegazion­i di una ventina di persone per parte. Ma allora a cosa sono servite le puntate come quella di ieri? Alla partecipaz­ione proprio no.

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