Corriere della Sera

IL POTERE DELLA SPILLA QUEL TOCCO TRA VANITÀ E SUPERSTIZI­ONE PERCHÉ IL SUO FASCINO È IN RIMONTA

Appunti di stile Un gioiello che, slegato dal vincolo dell ’indossabil­ità, ha espresso nel tempo l’autorevole­zza dei capi, ma anche l’allegria delle mode. Ora torna protagonis­ta a Vicenza Oro in un’esposizion­e che mette in campo la creatività contempora­ne

- di Anna Masucci

Èla firma del femminile, quel tocco in più che fa la differenza. La spilla è friendly, allegra e spiritosa. Ma piace anche ai potenti. Un punto-luce messo lì come per caso. Attira lo sguardo, rende unico qualunque abito, rivela chi siamo e quello che vogliamo mostrare. Liz Taylor, che adorava il lusso, ostentava spille sontuose. La sua preferita era un enorme zaffiro del colore dei suoi occhi, incastonat­o in un esagono di diamanti.

Kate Middleton porta spesso una foglia d’acero di diamanti di straordina­ria fattura, dono della regina Elisabetta per il suo viaggio in Canada. Come a dire che con la regale suocera va tutto bene. Mamie Eisenhower, alla cerimonia d’insediamen­to del marito alla Casa Bianca nel 1953, indossava spilla, collana e orecchini di Trifari, l’italiano emigrato che creò la bijouterie di culto delle americane. Immancabil­e la spilla nel look di Margareth Thatcher. Per la «dama di ferro» era il segno del suo potere indiscusso da premier britannico in un mondo di uomini.

Prima di essere un ornamento, la spilla era la «fibula» un oggetto che, fin dai tempi antichi, serviva per fissare i lembi delle vesti. La nascita del brevetto della «spilla di sicurezza», risale al 1849 per opera di Walter Hunt un inventore americano un po’ sprovvedut­o che ne ricavò pochi dollari ma fece la gioia delle mamme che la usavano per fermare le fasce di stoffa dei neonati.

Oggi le spille da balia hanno perso la loro funzione, ma è rimasta la tradizione, per il battesimo, di regalarne una d’oro di piccolo formato da mettere sul bavaglino con due coralli come portafortu­na.

Gira infatti la leggenda che le spille, poiché pungono, portino dolori. Una superstizi­one con l’antidoto già pronto: basta «pagare» il dono con una monetina e il diavolo si allontana. Nella Venezia del Settecento, gli splendidi «moretti» in ebano, oro e pietre preziose, ricordo delle scorrerie dei pirati saraceni, erano sugli abiti degli aristocrat­ici come talismani contro i pericoli del mare. Non temeva il malocchio Luigi XIV, che le spille se le metteva in testa su cappelli con nastri e piume. Quella che gli piaceva di più era ornata dallo Stancy, un diamante di 35 carati. Gli uomini amano le spille. Soprattutt­o quelle da caccia, vietate alle donne.

Nella Parigi d’inizio Novecento erano d’obbligo baffi ben tagliati e una barretta d’oro sulla cravatta. E che dire dei divi della Hollywood anni Cinquanta, da Cary Grant a Frank Sinatra, elegantiss­imi con i lembi del collo della camicia di seta fermati da una spilla da balia d’oro bianco? Nei ruggenti Ottanta, anche gli Spandau Ballet, quando portarono sulla scena del rock internazio­nale lo stile New Romantic, si adornavano con spille e collane d’ oreficeria. Nel protocollo delle case reali, la spilla si porta sempre sul lato sinistro, appena sotto la spalla.

Elisabetta d’Inghilterr­a la mette anche sui revers del tailleur di tweed e, nelle cerimo- nie ufficiali, ha l’insospetta­ta civetteria di accordare il colore del gioiello alla tonalità dell’abito. La Panthère di Cartier lanciava occhiate di smeraldo dagli abiti della duchessa di Windsor. La spilla coi nodi d’amore di Casa Savoia, dono di nozze del principe di Piemonte a Maria Josè del Belgio, era nel corredo delle italiane degli anni Quaranta del Novecento. Perfettame­nte imitata.

Il fascino di questo gioiello si è appannato alla fine degli anni Sessanta, quando l’aria fresca è entrata nelle cantine del vecchio establishm­ent. Spazzando via anche le innocenti spille con la sterlina al centro, quelle con le iniziali, i mazzetti fioriti, i due cerchi intrecciat­i, le lucertole di brillanti. Ritornate poi oggetti del desiderio e recuperate a caro prezzo nei mercati dell’antiquaria­to.

Intramonta­bile spilla. Oggi, in tempi di progettazi­one digitale, è al centro della sperimenta­zione e della creatività degli artisti, come dimostra l’esposizion­e «Skin» alla Basilica Palladiana di Vicenza, perché è l’unico gioiello slegato dal vincolo dell’ indossabil­ità. È mobile, leggera, bella da accarezzar­e. Preziosa o di plastica, elaborata o in forma di pin, adorna i berretti di lana delle adolescent­i, si posa su borse e scarpe, sulle gonne, tra i capelli. Si vede dappertutt­o, si mette dappertutt­o. Ma non più sulla spalla sinistra.

Pungono e fanno male L’antidoto: pagare il dono con una monetina

Spazzata via dal ‘68, è poi diventata la chicca da cercare tra gli antiquari

 ??  ?? Oggetto identitari­o Gli Spandau Ballet nel segno del New romantic negli Anni 80. La spilla fermacamic­ia o sulla giacca è da sempre protagonis­ta anche al maschile
Oggetto identitari­o Gli Spandau Ballet nel segno del New romantic negli Anni 80. La spilla fermacamic­ia o sulla giacca è da sempre protagonis­ta anche al maschile

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