Corriere della Sera

Persino Miley Cyrus vuol brillare al dito

- Di Irene Soave

Generazion­i prima, le donne volevano «il pane e anche le rose». Le nate negli anni Ottanta vogliono l’anello. Di fidanzamen­to. Hanno idee chiare non solo sulla taglia del diamante — la regola non scritta che gira è che costi a lui almeno due mensilità — ma anche sul taglio: non ci si scosta da quello a diadema, o al massimo da una pietra colorata (vedi Kate Middleton e il suo zaffiro ereditato da Lady D) purché i brillanti non manchino. Vince il classico insomma: come nel caso di Miley Cyrus, 23 anni, enfant terrible che si presenta seminuda nelle occasioni ufficiali e gira videoclip al limite del porno, poi però esibisce su Instagram, con smorfia da bulla, anche il diamante grosso come una nocciola regalatole dal fidanzato Liam Hemsworth. Solo negli ultimi mesi, lo hanno mostrato Eva Longoria (rubino e brillanti), Lady Gaga (10 carati, taglio a cuore), Nicki Minaj (pavé di brillanti). Le trentenni sono più borghesi delle mamme «impegnate», che il mito dell’anello non l’avevano? Forse. Ma la chiave per comprender­le senza giudizio sta nell’inno al «brillo» per eccellenza, All the Single Ladies di Beyoncé (classe ‘81, al dito ha un 18 carati, dono del marito Jay-Z). Canta: «If you you liked it then you should have put a ring on it», «se ti piaceva dovevi metterci un anello sopra», ed è rivolta a un ex mollato dopo anni di relazione disimpegna­ta. Ed è proprio l’impegno, questo sconosciut­o nelle generazion­i dell’amore liquido, che l’anello rappresent­a e (con quello che costa) garantisce.

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