Statuto e l’hotel di lusso a Roma comprato con un bond
(d.pol.) Nuovo investimento nel settore alberghiero per Giuseppe Statuto ( nella foto) che questa volta si appresta a sbarcare a Roma. L’imprenditore ha infatti firmato l’acquisto da Bnp Paribas di un palazzo in via San Basilio, a pochi passi da via Veneto, al prezzo di 43 milioni, cui se ne aggiungono altri 20 funzionali alla ristrutturazione dell’edificio che indosserà le insegne del marchio «W», l’insegna di hotel a cinque stelle che sarà gestita da Starwood hotel. Sotto il cappello della SLh di Statuto si aggiunge così un altro albergo a fianco del Four Seasons, del Mandarin e del «W» di Milano, oltre al Danieli di Venezia. Per finanziarsi l’imprenditore non si è rivolto alle banche ma ha piuttosto approfittato della competizione in materia di autorizzazioni tra le Borse europee nel collocamento di obbligazioni legate al real estate. La San Basilio property ha così appena piazzato al listino di Vienna un prestito a tasso fisso dell’importo complessivo di 59 milioni, sottoscritto interamente dal braccio italiano della Cale Street partners. Si tratta di un fondo londinese lanciato due anni fa dagli ex banker di Goldman Sachs, Edward Siskind e Ramón Camina-Mendizabalm, che gestisce 1,5 miliardi di dollari con focus su strumenti di debito ed equity nel real estate, il cui principale sottoscrittore è la Kuwait investment authority. Un anno fa Seb asset management aveva già ceduto per 120 milioni un palazzo storico in via della Chiusa a proprio Cale Street e North Star.
Ansaldo Sts, la versione del socio Bluebell
( f. sav.) A giorni è attesa la valutazione della Consob sulla congruità del prezzo dell’ Opa (9,65 euro per azione) lanciata da Hitachi per acquisire il controllo totale di Ansaldo Sts, di cui i giapponesi detengono già il 40% rilevato da Finmeccanica. Qualche giorno fa il presidente Giuseppe Vegas, presidente dell’Authority, ha detto che il responso è atteso a breve, prima della scadenza del 5 febbraio quando terminerà l’offerta pubblica di acquisto. Dice Giuseppe Bivona, cofondatore di un fondo socio di Sts (la Bluebell Partners), che gli interrogativi sul prezzo proposto da Hitachi restano tanti. Il fondo, in sodalizio con l’altro azionista Amber, ha presentato un esposto a Consob. «Ritengo che Hitachi abbia sopravvalutato l’acquisto di Breda — sostiene — sottovalutando il valore della quotata Sts». In filigrana — è il ragionamento — si è trattato di due operazioni concepite dall’inizio in modo talmente unitario che la cessione della partecipazione di Sts è stata subordinata all’acquisto di Breda da parte di Hitachi. I giapponesi hanno acquisito il ramo d’azienda di Breda per un euro, accollandosi passività per 255 milioni a fronte di un apporto di cassa di 15 milioni da parte di Finmeccanica. La valutazione non comprende gli immobili per i quali Hitachi ha versato 68 milioni ad un’altra società di Finmeccanica. Pertanto il conto finale per Breda sarebbe di 308 milioni. Per Bivona un valore troppo alto, che avrebbe penalizzato la valutazione di Ansaldo. Da qui la bocciatura da parte di sei consiglieri di amministrazione su nove di Sts sulla congruità del prezzo.
@fabiosavelli