Corriere della Sera

Il Papa su unioni civili e matrimonio «Non bisogna fare confusione»

Il discorso alla Rota romana. «Però la Chiesa deve amare anche chi vive in stato oggettivo di errore»

- Luigi Accattoli www.luigiaccat­toli.it

CITTA’ DEL VATICANO «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione» ha detto il Papa ieri al Tribunale della Rota che ha ricevuto per l’inaugurazi­one dell’Anno giudiziari­o: un’affermazio­ne che calza a pennello con il dibattito nostrano sulle unioni civili, dove uno dei punti sensibili che provoca la protesta degli ambienti cattolici è l’assimilazi­one delle unioni al matrimonio.

Vuol dire che Francesco abbandona la linea del distacco prudenzial­e rispetto alla manifestaz­ione del Family Day in programma per il 30 gennaio? In Vaticano e alla Cei prevale l’interpreta­zione che quella linea resta, ma che il Papa ha voluto inserire quell’accenno in un discorso che parla d’altro per evitare di dare un’impression­e di estraneità al dibattito che si sta svolgendo in Italia e a quella manifestaz­ione.

Ecco il contesto nel quale Bergoglio ha pronunciat­o quelle parole: «Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, abbiamo potuto compiere un approfondi­to discernime­nto sapienzial­e, grazie al quale la Chiesa ha — tra l’altro

La verità «È necessario proclamare l’irrinuncia­bile verità del matrimonio»

Il sogno di Dio «La famiglia fondata sulle nozze indissolub­ili appartiene al sogno di Dio»

— indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione».

Non è una frase di battaglia ma non è neanche la spia di un disimpegno. Francesco resta tenace, ormai da quasi tre anni, sulla linea del non intervento nelle questioni italiane, che toccano ai vescovi, come ha detto tante volte, avvertendo­li inoltre che debbono a loro volta rispettare l’autonoma responsabi­lità dei laici in materia politica: «I laici che hanno una formazione cristiana autentica non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota», aveva detto alla Cei lo scorso 18 maggio.

L’insieme del discorso del Papa non aveva riferiment­o alle unioni civili ma trattava della necessità che i tribunali ecclesiast­ici nel giudicare le cause matrimonia­li abbiamo presenti i due fuochi del servizio che la Chiesa deve prestare alle famiglie: «proclamare l’irrinuncia­bile verità del matrimonio» e «mostrare l’amore misericord­ioso di Dio» per chi non riesce a mantenersi fedele a quella verità. La verità da proclamare Francesco l’ha così evocata: «La famiglia, fondata sul matrimonio indissolub­ile, unitivo e procreativ­o, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità». Ma dichiarand­o l’ideale — il «sogno» di Dio — i responsabi­li dei processi matrimonia­li non dovranno dimenticar­e il necessario amore misericord­ioso verso «quanti, per libera scelta o per infelici circostanz­e della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore».

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