Il Papa su unioni civili e matrimonio «Non bisogna fare confusione»
Il discorso alla Rota romana. «Però la Chiesa deve amare anche chi vive in stato oggettivo di errore»
CITTA’ DEL VATICANO «Non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione» ha detto il Papa ieri al Tribunale della Rota che ha ricevuto per l’inaugurazione dell’Anno giudiziario: un’affermazione che calza a pennello con il dibattito nostrano sulle unioni civili, dove uno dei punti sensibili che provoca la protesta degli ambienti cattolici è l’assimilazione delle unioni al matrimonio.
Vuol dire che Francesco abbandona la linea del distacco prudenziale rispetto alla manifestazione del Family Day in programma per il 30 gennaio? In Vaticano e alla Cei prevale l’interpretazione che quella linea resta, ma che il Papa ha voluto inserire quell’accenno in un discorso che parla d’altro per evitare di dare un’impressione di estraneità al dibattito che si sta svolgendo in Italia e a quella manifestazione.
Ecco il contesto nel quale Bergoglio ha pronunciato quelle parole: «Nel percorso sinodale sul tema della famiglia, abbiamo potuto compiere un approfondito discernimento sapienziale, grazie al quale la Chiesa ha — tra l’altro
La verità «È necessario proclamare l’irrinunciabile verità del matrimonio»
Il sogno di Dio «La famiglia fondata sulle nozze indissolubili appartiene al sogno di Dio»
— indicato al mondo che non può esserci confusione tra la famiglia voluta da Dio e ogni altro tipo di unione».
Non è una frase di battaglia ma non è neanche la spia di un disimpegno. Francesco resta tenace, ormai da quasi tre anni, sulla linea del non intervento nelle questioni italiane, che toccano ai vescovi, come ha detto tante volte, avvertendoli inoltre che debbono a loro volta rispettare l’autonoma responsabilità dei laici in materia politica: «I laici che hanno una formazione cristiana autentica non dovrebbero aver bisogno del vescovo-pilota», aveva detto alla Cei lo scorso 18 maggio.
L’insieme del discorso del Papa non aveva riferimento alle unioni civili ma trattava della necessità che i tribunali ecclesiastici nel giudicare le cause matrimoniali abbiamo presenti i due fuochi del servizio che la Chiesa deve prestare alle famiglie: «proclamare l’irrinunciabile verità del matrimonio» e «mostrare l’amore misericordioso di Dio» per chi non riesce a mantenersi fedele a quella verità. La verità da proclamare Francesco l’ha così evocata: «La famiglia, fondata sul matrimonio indissolubile, unitivo e procreativo, appartiene al “sogno” di Dio e della sua Chiesa per la salvezza dell’umanità». Ma dichiarando l’ideale — il «sogno» di Dio — i responsabili dei processi matrimoniali non dovranno dimenticare il necessario amore misericordioso verso «quanti, per libera scelta o per infelici circostanze della vita, vivono in uno stato oggettivo di errore».