Corriere della Sera

Draghi: dai migranti opportunit­à di crescita per l’eurozona

Per il presidente della Bce le spese per gestire l’emergenza avranno un effetto di stimolo sull’economia

- Danilo Taino twitter@danilotain­o

BERLINO Saranno gli elettori, naturalmen­te, ad avere l’ultima parola su quanti rifugiati ricevere in Europa; e su che asilo dargli. L’economia, però, avrà una grande influenza sulle loro decisioni. Ieri, a Davos, Mario Draghi ha dato un sostegno non indifferen­te agli «aperturist­i»: ha sostenuto che la crisi dei profughi è una sfida enorme, destinata a cambiare la faccia del continente; ma ha aggiunto che è anche un’opportunit­à per una crescita maggiore dell’eurozona. In sostanza, ha espresso le posizioni che sostiene Angela Merkel, la quale, circondata da critici, sarà felice di avere dalla sua parte il presidente della Banca centrale europea. In parallelo, anche il ministro delle Finanze tedesco Wolfgang Schäuble ha ribadito di essere pronto a fare la sua parte, cioè a mettere denaro sul tavolo.

Draghi ha sostenuto che il flusso migratorio è inevitabil­e e che «non c’è altra scelta se non gestirlo». Alla fine, a suo avviso la gente se ne convincerà e i governi farebbero bene a cooperare tra loro: «Non cooperare vorrebbe dire ignorare il problema ma così non lo si farà certamente sparire». Difficile dire, in questo momento, quanto tempo ci vorrà perché dalla crisi si materializ­zi un dividendo economico: ma, ha aggiunto, «al momento stiamo tutti lavorando perché possa diventare un’opportunit­à». Questo sui tempi medi. Da subito, l’arrivo dei rifugiati significa che gli Stati europei dovranno fare investimen­ti sostanzial­i. Questo — ha sostenuto Draghi — «potrebbe rivelarsi il maggiore programma di investimen­ti pubblici che abbiamo avuto in anni». Già giovedì, durante la conferenza stampa della Bce, aveva segnalato che le spese dei governi per rispondere alle esigenze dei profughi hanno fatto sì che la posizione fiscale dell’Europa sia passata da restrittiv­a a leggerment­e espansiva, cioè di stimolo all’economia.

Sempre a Davos, in un’intervista allo Spiegel, Schäuble ha confermato che nel bilancio 2016 sono già previsti sei miliardi per i rifugiati e che maggiori necessità saranno decise da Berlino (che l’anno scorso ha registrato un bilancio in surplus di 12 miliardi) tenendo conto della necessità di investire di più anche nella Difesa, nelle infrastrut- ture, nelle reti digitali e per la sicurezza interna.

I possibili benefici economici derivanti dall’immigrazio­ne non basteranno a mettere d’accordo i diversi Paesi europei sulle scelte da fare, o a tranquilli­zzare i cittadini su ciò che arrivi così massicci comportano. E’ però certo che se la migrazione avesse effetti economici negativi le chance di condurla in porto senza chiudere le frontiere sarebbero minime.

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