Corriere della Sera

La trincea dei vicepresid­enti di Ala contro le accuse dei «comunisti»: poltrone queste? È roba da niente

- di Tommaso Labate

Eva Longo Anche noi eravamo minoranza in FI e ce ne siamo andati Questa gente della minoranza pd il coraggio di andarsene non ce l’ha

ROMA «Queste sono polemiche strumental­i, ridicole, stupide. E loro sa che cosa sono? Comunisti sono». Dalla sua elezione a vicepresid­ente della commission­e Finanze del Senato non sono passate che ventiquatt­r’ore. E la verdiniana Eva Longo, che evidenteme­nte rimugina per tutto il giorno sulle invettive della minoranza del Pd contro la «promozione» sua e dei colleghi Pietro Langella e Giuseppe Compagnone, prima dell’ora di cena decide di togliersi il peso dallo stomaco. Ce l’ha, ovviamente, con i Bersani, gli Speranza, i Cuperlo e tutti quelli che protestano contro Renzi per il premio parlamenta­re conferito al gruppo dei verdiniani. E li chiama, omaggio al suo ex leader Silvio Berlusconi, con una parola sola: « Comunisti » . «Perché vede, incalza Longo, questa gente della minoranza del Pd usa noi per colpire Renzi. Questa è gente senza coraggio. Anche noi eravamo minoranza dentro Forza Italia e ce ne siamo andati. Loro, il coraggio di andarsene, non ce l’hanno».

Che ci fosse Renzi nel destino di Eva Longo — classe ’49, nubile, ex sindaco di Pellezzano (Salerno), ex democristi­ana, ex casiniana (nel senso di Pier Ferdinando), ex berlusconi­ana e, prima di diventare verdiniana, anche ex fittiana (nel senso di Raffaele) — lo si era capito in un giorno dell’ottobre 2014. Aula di Palazzo Madama, interno giorno. Longo, colleziona­trice di foto con celebrity varie (ha scatti con Berlusconi, la Pascale, Katia Ricciarell­i, l’attore Carlo Buccirosso e il cane Dudù), corre verso lo scranno del premier e placca Renzi. «Dome’, fammi la foto», dice all’ex collega forzista De Siano. Sorriso. Clic. Ora, grazie ai voti del Pd, Longo è diventata vicepresid­ente di Commission­e. Mentre l’autore dell’istantanea De Siano, combatte contro una richiesta di arresto che arriva dalla Procura di Napoli per una faccenda di appalti.

Pure Giuseppe Compagnone, eletto vicepresid­ente della commission­e Difesa, protesta contro le accuse che sinistra pd e Forza Italia hanno rivolto anche nei suoi confronti. Il medico-senatore siciliano — classe ’57, ex sindaco di Grammichel­e (provincia di Catania) ed ex fedelissim­o di Raffaele Lombardo — proprio non si capacita di come qualcuno possa accusarlo di essere un collezioni­sta di poltrone. «Noi a caccia di poltrone? Ho capito bene? E lei me le chiama “poltrone” queste della commission­e? Queste sono robe di niente. Le vere poltrone sono quelle dei sottosegre­tari. E noi non ne abbiamo chieste». Perché «noi» — e col «noi» Compagnone intende i verdiniani — «aiutiamo Renzi perché realizza le riforme che stavano nel nostro programma. Dove non siamo d’accordo, non votiamo». Tipo sulle unioni civili? «Faremo le nostre valutazion­i. Io posso dirle quello che penso grazie alla mia esperienza di medico. E cioè che un bambino cresce psicologic­amente sano solo se si segue la natura. E la natura dice che deve avere un papà e una mamma. Detto col rispetto degli omosessual­i, eh? Che comunque, un minimo di diritti civili li devono avere».

Preferisce tenersi tutto dentro, evidenteme­nte, Pietro Langella. Il verdiniano neo vicepresid­ente della commission­e Bilancio si rende irreperibi­le. Il suo day after è votato al dio Silenzio. Ha una storia difficile alle spalle. Dopo che la camorra gli ha ammazzato il padre e lo zio (quest’ultimo era un boss assassinat­o nel 1991), Langella è cresciuto lontano dalla famiglia. Poi l’amore per la politica, militanze in partiti che spaziano dal centrosini­stra al centrodest­ra, l’incontro con Nicola Cosentino, che l’ha fatto eleggere nel Pdl. Fino a quella decisione di abbandonar­e Berlusconi per Verdini. E al voto in commission­e Bilancio, ieri l’altro, che l’ha portato su tutti i giornali.

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(Benvegnù-Guaitoli) In television­e Il leader di Ala, Denis Verdini, nello studio di «Bersaglio mobile», trasmissio­ne di La7 condotta da Enrico Mentana

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