Tunisia, coprifuoco in tutto il Paese «I terroristi vogliono infiltrarsi»
Il presidente accusa i salafiti di incitare i manifestanti. Da Parigi un miliardo di euro
Sos Isis. Alle otto della sera, mentre le strade di Tunisi si svuotano per la prima notte del quarto coprifuoco proclamato nell’ultimo anno, il presidente Beji Caid Essebsi entra nelle tv d’un Paese sfiduciato. «Senza lavoro non c’è dignità», riconosce a chi protesta: «Il governo farà una legge per l’occupazione. Intanto però invito alla calma, la Tunisia proseguirà sulla strada della libertà e della democrazia». Ma a 89 anni ne ha viste troppe, il vecchio Bce, per credere alle coincidenze: attenzione, «l’Isis in Libia attende il momento giusto per intervenire in Tunisia». L’ha già fatto con tre attentati nel 2015, può riprovarci nei 16 governatorati su 24 che da cinque giorni sono in piazza: « I terroristi alle frontiere — è più preciso il ministro dell’Interno — attendono la disfatta. I video già in rete sono la prova di questi propositi. Al Qaeda è una seria minaccia, c’è un tentativo d’infiltrarsi».
Chi mette il coprifuoco, chi sul fuoco soffia. La Tunisia si blinda. I disordini di giovedì notte alla periferia nord di Tunisi, sedici arresti e bancomat e negozi saccheggiati fino all’alba, fanno temere il peggio e chiudere un valico di confine con la Libia. La protesta ormai non è più solo quella dei disoccupati, «ci sono partiti — dice il governo — che distribuiscono soldi e pneumatici ai manifestanti», e il riferimento fin troppo chiaro è ai salafiti, alla galassia ultra-islamista che lavora sottotraccia nelle banlieue e nelle campagne. Nessuno parla di Ennahda, i Fratelli musulmani che hanno fatto finora una scelta di «responsabilità apparente», evitando un’opposizione troppo dura al governo. Ma la Fratellanza tunisina ha tante anime e non è mai detto quale prevarrà in futuro, né «chi siano — sospettano fonti di polizia — le persone che escono la notte col cappuccio».
Da Parigi arriva di corsa il premier Essid. Il presidente francese Hollande gli ha regalato un miliardo d’euro, più un taglio di 60 milioni di debito per costruire un ospedale in una delle città arrabbiate,
Gafsa. Il Parlamento s’è riunito già in sessione straordinaria, come dopo l’attacco al Bardo, il governo lo farà oggi. «Io ho perso mio figlio — dice il papà di Ridha, dell’insegnante suicida che ha scatenato la rivolta —, ma vi avverto: la sua morte creerà nuovo caos». Come accadde con l’ambulante Bouazizi nel 2010? «Sì, lui è il nuovo Bouazizi » . Parole che gelano: «Non abbiamo la bacchetta magica per dare il lavoro a tutti e subito», è realista il premier. Basterebbe anche a qualcuno e domani. Ma nemmeno questo, si può promettere.
Occupazione Il premier: «Non abbiamo la bacchetta magica per dare il lavoro a tutti e subito»