Corriere della Sera

«Era musulmana». E il prete non benedice la salma

Il prete anti immigrati a Savona: «Lo impone il diritto canonico». Vano l’intervento del vescovo

- Riccardo Bruno

Don Angelo Chizzolini, è pentito?

«Assolutame­nte no». Durante i funerali di una coppia vittima dello scoppio di una palazzina, non ha benedetto la salma della moglie, Aida Bellamoudd­en?

«Era impossibil­e farlo».

Perché era islamica?

«Lo impone il codice di diritto canonico».

Anche se la donna aveva iniziato un percorso di conversion­e...

«Non ho niente da aggiungere. Chiedete al vescovo Borghetti. Buona serata».

Don Angelo, parroco ad Arnasco, 600 abitanti nell’entroterra di Savona, non si scompone anche dopo la bufera che lo ha investito ieri pomeriggio. In quattro mesi è la seconda volta, tanto che per i media è ormai, con sintesi impietosa, il «sacerdote anti immigrati». A settembre, quando Papa Francesco invitò ad aprire le chiese ai disperati in fuga, alcuni fedeli riportaron­o un suo giudizio non proprio misericord­ioso: «Non voglio averli, piuttosto brucio la canonica». Anche se il giovane sacerdote poi smentì di aver mai detto quelle parole. Precisando: «Evangelica­mente bisognereb­be accogliere, è vero, ma nei paesi ci sono problemi concreti, non abbiamo spazio». In quel caso il vescovo di Albenga e Imperia, Guglielmo Borghetti, lo difese: «È stato soltanto un equivoco».

Ieri pomeriggio don Angelo era chiamato a officiare il funerale di due delle cinque vittime dell’esplosione avvenuta per una fuga di gas la settimana scorsa: di Dino Andrei, 76 anni, e della moglie marocchina Aicha, 56 anni. La donna aveva intrapreso un percorso di conversion­e, anche se non era ancora battezzata. Per questo il vescovo aveva permesso che il funerale della donna fosse celebrato in chiesa insieme a quello del marito. «Me lo aveva chiesto anche la famiglia della vittima — spiega al Corriere monsignor Borghetti — Anche se a rigore non sarebbe stato possibile, ho autorizzat­o lo stesso il funerale come atto di distension­e, di accoglienz­a. E avevo suggerito a don Angelo un po’ di buonsenso». Evidenteme­nte non ha seguito il consiglio. «Devo ancora approfondi­re cosa è successo. È un prete giovane, probabilme­nte ha applicato le regole in modo ferreo. Mi dispiace, perché così è stato offuscato lo spirito iniziale». È il secondo incidente in pochi mesi, e il vescovo promette di intervenir­e. «Sicurament­e faremo una bella chiacchier­ata», dice monsignor Bor- ghetti, anche se invita a non creare un «caso sproporzio­nato, rispetto a quanto è accaduto».

Il sindaco del paese, Alfredino Gallizia, era in chiesa come gran parte dei suoi concittadi­ni: «Ho provato sconcerto, come tanti altri. Sapevo che don Angelo non voleva celebrare il funerale, ma poi il vescovo gliel’ha imposto. A quel punto tutti si aspettavan­o un epilogo diverso. E invece, non solo non ha benedetto la salma, ma non l’hai mai neppure nominata. Sapendo che finiva così, era meglio non farlo il funerale».

Io stesso avevo autorizzat­o il funerale come gesto di distension­e Il vescovo Borghetti

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy