LA POLONIA VUOLE UN’UNIONE PIÙ LIBERA
discordia. Eppure c’è un disegno ben preciso: introdurre una legislazione che restituisca un senso di missione all’interno dei media e garantisca pluralismo, indipendenza e oggettività. Il Consiglio radiotelevisivo nazionale della Polonia, l’organo che regola l’emittenza, manterrà tutti i suoi poteri; le nuove leggi saranno conformi ai regolamenti comunitari. Non verrà messo nessun bavaglio. I nostri emendamenti cercano di ristabilire il giusto equilibrio tra l’organo regolatore nazionale e i media pubblici per ottemperare agli standard della Commissione di Venezia. Come si fa a intendere queste azioni come un rifiuto dell’Europa?
Stiamo continuando a cercare una stretta cooperazione con la Commissione Europea e a sostenere il suo ruolo attivo nella definizione della politica europea.
Allo stesso tempo riteniamo molto importante che tutte le istituzioni Ue esercitino le loro responsabilità come previsto dai trattati istitutivi. Una delle regole fondamentali relative al funzionamento dell’Ue è il principio di sussidiarietà che afferma che l’Ue deve svolgere solo quei compiti che non possono essere svolti a livello più locale.
Riuscire a rispettare maggiormente questo principio è diventato negli ultimi anni uno dei compiti più importanti per le istituzioni europee. Volendo rimanere in linea con il principio di sussidiarietà, non abbiamo chiesto il coinvolgimento della Commissione Europea o del Parlamento Europeo nei nostri affari interni. La dichiarazione della Commissione del 13 gennaio che chiede l’introduzione della cosiddetta regola di legge quadro, non ha alcuna reale conseguenza legale per la Polonia. Noi manteniamo tuttavia il nostro impegno al dialogo con Bruxelles. Abbiamo dimostrato la nostra apertura al dialogo quando il Primo Ministro Szydło ha presenziato la sessione del Parlamento Europeo e ha partecipato al dibattito.
La domanda chiave è: quanto è competente l’Unione Europea nell’affrontare le sfide attuali e qual è il posto della Polonia nelle soluzioni europee? Gli Stati membri si devono ancora riprendere dagli effetti della crisi finanziaria e il futuro dell’eurozona è tutt’altro che certo. L’Ue Prospettiva La direzione non è quella di rafforzare il potere sovranazionale in chiave federale
è scossa da flussi migratori senza precedenti che sollevano domande sull’apertura delle frontiere europee e sulla sicurezza interna dell’Unione.
La Gran Bretagna, uno dei membri più importanti dell’Ue e stretto alleato della Polonia, potrebbe decidere in un prossimo futuro di lasciare l’Unione. Ci sono gravi minacce geopolitiche ai confini dell’Europa che potrebbero estendersi causando conflitti e caos. La priorità per gli Stati membri dovrebbe quindi essere mantenere l’unità all’interno dell’Unione e di rafforzare la politica estera e di sicurezza comune. Sta all’Ue fornire soluzioni efficaci a que- ste sfide. È ciò che i cittadini si aspettano. L’inasprimento della controversia con la Polonia su questioni di politica interna porta solo a indebolire ulteriormente l’Ue ostruendo la capacità dell’Unione di affrontare sfide più serie.
È nell’interesse della Polonia che l’Unione sia un luogo sicuro in cui il nostro Paese possa ancorare i propri interessi. La priorità immediata è stimolare e modernizzare l’economia europea. La crisi ha derubato molti giovani di opportunità e di speranze per il futuro. Il crescente malcontento nella società sta provocando nei cittadini la perdita della fiducia nell’integrazione europea. Se non invertiamo la tendenza, rischieremo il crollo di tutto il progetto europeo, i cui benefici sono ancora molto apprezzati dai polacchi.
L’Ue deve essere parte della soluzione e non la radice del problema. La Polonia sarà a tal fine un membro attivo e responsabile dell’Ue. Sosteniamo il rafforzamento della solidarietà e responsabilità interne, ma ci pronunceremo a favore del diritto dei singoli Paesi di prendere decisioni che riguardano direttamente i loro cittadini. Diciamo “no” a una Europa sovranazionale e federale, perché non è di questo che hanno bisogno i nostri Paesi e i nostri cittadini.
La democrazia in Polonia non è in pericolo. Né stiamo voltando le spalle all’Europa. Al contrario, vogliamo giocare un ruolo di primo piano nella costruzione di una Europa forte, flessibile e radicata nella solidarietà. Ministro degli Affari Esteri della Repubblica di Polonia