LOTTA AL CONSUMO DELLE SIGARETTE IL BUON ESEMPIO ARRIVA DALLA FRANCIA
Un pacchetto neutro, meno attraente, con la marca quasi nascosta da messaggi terrificanti sui danni alla salute. La Francia assesta un colpo al consumo di sigarette e ritiene che il pacchetto neutro scoraggi i giovani dal cominciare: la prima sigaretta é spesso scelta per il logo. I messaggi sui danni del fumo e gli aumenti dei prezzi non hanno ridotto in modo drastico il consumo, non solo in Francia. Da qui la volontà di andare oltre. La legge, approvata in dicembre e validata ieri dalla Corte costituzionale che ha sciolto dubbi di costituzionalità avanzati da produttori e tabaccai, punta anche a combattere in modo più incisivo il contrabbando, che costa all’erario circa tre miliardi di euro all’anno. D’altra parte, si teme che il pacchetto neutro finirebbe, al contrario, per favorire sia il contrabbando, sia le possibilità di contraffazione. Alcuni deputati socialisti — Fréderich Barbier e Bruno La Roux -— per affrontare alla radice il problema, hanno pertanto proposto di integrare nella legge — in vigore da maggio — un sistema di tracciabilità elettronica dei pacchetti che, fra l’altro, soddisferebbe la lobby dei tabaccai penalizzati dal contrabbando. Il proposito, una volta approvata la misura in Francia, è di estenderla alla Comunità europa. Un cammino irto di ostacoli per gli interessi in gioco, ma di sicuro impatto sulla salute. Proprio in questi giorni, le statistiche nazionali hanno evidenziato che per la prima volta negli ultimi anni si è ridotta la speranza di vita dei francesi, con numero di decessi superiore alla media. Un dato analogo é stato riscontrato in Italia. Le cause sono molteplici, dalla crisi economica ai tagli del sistema sanitario, ma il danno da fumo non é secondario. L’UE potrebbe dire la sua sulle sigarette. Di sicuro, un problema più importante della dimensione delle vongole o della forma dei cetrioli. Su Corriere.it Puoi condividere sui social network le analisi dei nostri editorialisti e commentatori: le trovi su www.corriere.it
La Polonia ha combattuto duramente e a lungo contro l’occupazione straniera e contro l’oppressione del regime comunista per poter raggiungere il suo attuale solido ordine democratico. Eppure il suo nuovo governo, uscito vincente dalle elezioni con un forte mandato democratico e in carica da soli due mesi, si trova sotto il fuoco delle istituzioni Ue e dei sovraeccitati commentatori dei media che, per lo più, non si sono concessi il tempo per soffermarsi a riflettere sui fatti relativi al nostro ambizioso programma di riforme.
Anziché affrontare i problemi urgenti del continente — la frontiera dell’Ue instabile a sud, una Russia belligerante a est — l’Unione Europea ha intrapreso un conflitto del tutto inutile con Varsavia. La Polonia non è uno scolaro monello che ha bisogno di essere ripreso dall’insegnante. La Polonia è europea fino al midollo.
Juliusz Słowacki, il nostro grande poeta romantico, disse che la Polonia è nel cuore dell’Europa. A esso appartiene. Cerchiamo di fare chiarezza.
In primo luogo, il nostro tentativo di rivedere la legge sulla Corte Costituzionale non è un assalto allo stato di diritto. Stiamo cercando di correggere le deformità introdotte in tutta fretta nei giorni morenti del precedente governo. Nel modificare la composizione della Corte esso ha violato i principi fondamentali di una società pluralista. Possiamo ora trovare una soluzione a questa situazione di stallo. È necessario raggiungere un compromesso politico, ma le pressioni esterne da Bruxelles rendono solo più difficile trovare un’intesa a livello nazionale. È chiaro che riteniamo il corretto funzionamento della Corte vitale per mantenere uno stato di diritto in Polonia. Perciò il nostro governo ha chiesto alla Commissione di Venezia del Consiglio d’Europa di esprimere il proprio parere.
In secondo luogo, i tentativi del governo di rimettere ordine nel settore dei media pubblici in Polonia sono diventati, anch’essi, un inutile pomo della