Pesi, lampare e cavallina: la palestra vintage
A Milano Chichi Meroni smorza la tecnologia sportiva: «Mi ha ispirato il sottomarino di Verne»
ingresso è quello di tante case alto borghesi anni 40 nel centro storico di Milano. Eppure, oltrepassata la porta verso il cortile, già la scala incapsulata in una griglia in ferro verde acqua e un portoncino dello stesso colore lasciano intuire l’accesso a un luogo insolito. Giù, ancora più giù, tra pareti a strisce grigie, gradini neri rischiarati da un lampadario a gocce conducono a un portoncino (stagno) che richiama alla memoria i sottomarini di inizio secolo: «Nautilus», recita la targa. «Un luogo sotterraneo, segreto, dove sentirsi protetti in un’atmosfera appartata, ma accogliente come una casa», così Chichi Meroni descrive la palestra da lei ideata, a poca distanza dalla sua piccola enclave creativa: negozio di moda e galleria di arredo — entrambi con pezzi vintage originali anni 50 e 60 e di ispirazione disegnati da lei — e un caffè-ristorante-salotto-libreria nello stesso stile.
Nautilus, la palestra inventata dieci anni fa esatti dalla riconversione di una serie di cantine e appena rinnovata per renderla ancora più domestica: colori alle pareti, stampe incorniciate, oggetti disseminati un po’ ovunque. L’ispirazione è il sottomarino protagonista di «Ventimila leghe sotto i mari» di Jules Verne: «Lì si ritrovavano un gruppo di persone accomunate dallo stesso modo di essere, misurato e attento ai dettagli. E qui è uguale: chi viene si sente coccolato come se questo fosse un proprio spazio personale, tutti si conoscono ma non è un luogo dove venire per socializzare», spiega Chichi Meroni e si capisce che questo è il modo di essere in cui lei stessa si ritrova.
Dall’ingresso-reception l’impatto è subito l’arredo da casa eclettica: divanetto in velluto viola a fregi dorati, un orologio gigante che sembra uscito da una fiaba, seggioline da esterni e la statua di una donna nella posa di allacciarsi un braccialetto messa ad accogliere gli ospiti. «Era nel giardino della mia casa di famiglia ed è sempre stata la mia icona femminile: emana grazia, piacere per il corpo e i suoi ornamenti secondo un’idea di bellezza fatta di giuste proporzione e qualche rotondità. Che per me equivalgono al benessere » , spiega. Dietro una parete- paravento si apre l’ambiente più grande, dove le classiche «macchine» da palestra si alqui: Dettagli rétro Nell’ingresso, un divanetto e l’orologio di un campanile; a fianco, lo spogliatoio; a sin. , la cavallina di un vecchio centro sportivo ternano agli oggetti: pouf, lampade («Lampare da pescatore riadattate», spiega), quadri («A soggetto sport, dal cricket allo sci, e di ogni epoca e provenienza»), oggetti a tema, che siano la cavallina o la vecchia palla in cuoio di inizio Novecento. Accanto c’è la stanza del pilates, e gli arredi sono anche «La scrivania, che usa il medico per l’incontro con chi arriva per la prima volta, e gli armadietti in ferro provengono da un antico ospedale: riprendono il tema del ferro arrugginito e patinato quasi fosse corroso dal mare».
Spirito d’antan e luci fioche da sottomarino sono il filo conduttore Allenamento domestico La stanza del pilates del Nautilus, che affianca alle macchine oggetti «da casa» come la specchiera, le lampadelampare e i mobiletti in ferro primi Novecento della zona massaggi, nascosta dietro un grande cancello-portale in legno, dove alle pareti l’arancio (energizzante) lascia il posto al verde acqua rilassante: tra lettini in ferro e pezzi in bambù primi Novecento ci si può concedere un massaggio thai o il cranio-sacrale, ma anche una sauna o bagno turco. Mimetizzata in un angolo tra i due spogliatoi, una porta di ferro: «È un accesso sotterraneo che porta sotto il Naviglio. L’ho scoperto quando già avevo pensato al parallelo con la storia di Jules Verne e mi è sembrato un incrocio del destino». Musica bassa, fragranze delicate che aleggiano nell’aria, nessun angolo ristoro ma solo acqua: «Le attenzioni ci sono, ma non “gridate”: credo che oggi ci sia bisogno di ritornare a una dimensione più umana di intendere la forma fisica, fatta di tranquillità, cure personalizzate, dettagli piacevoli. E un pizzico di sogno, come sentirsi in un sommergibile che naviga sotto il “mare” di Milano».