«Io parlo da sola», le parole nude che raccontano i nostri sentimenti
l 30 ottobre 1938 la radio americana Cbs trasmise in diretta l’inizio di una finta apocalisse, un’invasione di marziani atterrati in una fattoria del New Jersey. Al microfono c’era Orson Welles, il programma ispirato a un romanzo di fantascienza doveva solo riempire un buco di palinsesto ma negli Usa si scatenò il panico e il caso si studia ancora adesso. Potere della radio. Forza della parola nuda che tocca tutti e ciascuno, crea mondi e storie. L’ascolto oggi è una dimensione sottovalutata. Parliamo molto, diciamo poco. La radio ristabilisce quella connessione intima e potente. Radio27 è un esperimento di riappropriazione della parola, con format, interviste, domande fuori dagli schemi. «Io parlo da sola» è un esperimento nell’esperimento. Un flusso di pensieri e parole sulle trappole che si annidano nel racconto dei sentimenti. Maschi e femmine, dialogo impossibile? Difficile, talvolta surreale. Come quando ci lasciamo addosso segni sorprendenti, ci cambiamo a vicenda tentando a ogni passo di ri-conoscerci nel cambiamento. Nell’ultimo radiopost della rubrica parlo di contagio, di quel soffio che corre impercettibile da me a te lasciando fili d’erba e lentiggini sul cappotto. Contagiarsi è sempre migliorarsi? Chi dà, chi prende... «dare e avere» non ha senso in amore. Anche perché, come disse Jacques Lacan, «l’amore è dare ciò che non si ha». Riversare sull’altro i nostri vuoti, i desideri, le richieste feroci del demone di Platone, Eros figlio di Povertà che ci avvince a una mancanza fondamentale e capovolge l’identità. Identità come ricerca, spostamento di confini, domanda sul mondo. In radio posso scavare senza perdere la leggerezza. Tanto, chi mi sente... io parlo da sola.