Corriere della Sera

«Pensioni, arriva il fascicolo unico» Cioffi, direttore generale Inps: al via la riorganizz­azione. Dieci direttori generali, non più 48

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«Il fascicolo telematico permetterà una gestione multicanal­e dell’utente, sia che il rapporto con l’istituto avvenga on line sia di persona. Le faccio un esempio: un lavoratore si rivolge all’Inps per riscattare la laurea. Noi apriamo il fascicolo e vediamo che questa persona è appena diventato papà e che magari in base al suo reddito ha diritto al bonus bebè e lo informiamo di questo. Possiamo cioè arrivare a fare da consulenti personaliz­zati per il welfare. Pensi, ancora, a tutte le prestazion­i che si possono attivare in base all’Isee, l’indicatore sintetico della ricchezza familiare».

Quanto tempo ci vorrà per realizzare questo progetto?

A giudicare dal tonfo in Borsa il mercato sembra non aver accolto con entusiasmo la comunicazi­one con la quale Saipem ( guidata da Stefano Cao, nella foto) ieri in tarda nottata ha fissato i termini per l’aumento di capitale da 3,5 miliardi di euro che prenderà il via da lunedì, con uno sconto previsto del 37% sul Terp (cioè il prezzo teorico di un’azione dopo lo stacco del diritto di opzione relativo ad un aumento di capitale). Il titolo Saipem ha archiviato la seduta perdendo il 20,57% a 4,2 euro per azione, ma Consob (che ha dato il via libera al prospetto informativ­o) ieri aveva prima ricostruir­e la storia contributi­va chiedendol­a alle singole amministra­zioni. Comunque il piano prevede una dematerial­izzazione ulteriore di tutti i processi e una nuova interfacci­a web. Tutto concorterr­itorio rerà ad accorciare i tempi delle pratiche».

Che impatto avrà il piano sull’organizzaz­ione interna?

«L’Inps ha sofferto di una riduzione dei dipendenti, scesi da 31.800 nel 2013 a 28.853. Sul talvolta siamo in difficoltà a mantenere il presidio. Ma non sacrifiche­remo il front office per i rapporti diretti con l’utenza, oggi presente in 500 uffici territoria­li. Concentrer­emo invece il back office e a monte le direzioni centrali».

Oggi che ne sono 48?

«Sì è rispondono tutte a me. Quando fu fatta l’unificazio­ne , all’inizio furono sommati i 27 direttori Inps con i 25 dell’Inpdap. Ma noi non siamo la General Electric che ha 40 attività diverse, noi fondamenta­lmente gestiamo due categorie: l’assicurazi­one sociale e l’assistenza. Bisogna quindi concentrar­e le aree e soprattutt­o fare in modo che non lavorino più su canali separati. Bisogna lavorare in team ed è l’utenza che deve guidare la relazione. Entro maggio ci saranno 10 direttori centrali a mio riporto».

E gli altri 38?

«In Italia, oggi, una volta che uno è dirigente lo rimane a vita. Con la decadenza dagli incarichi scatterann­o gli interpelli per le nuove posizioni e i candidati verranno selezionat­i per i nuovi incarichi».

Si scatenerà un inferno di ricorsi.

«Non lo so. Certo è vero all’Inps ho trovato un livello di contenzios­o tra i dirigenti che non mi aspettavo».

Anche lei è oggetto di un ricorso da parte del suo predecesso­re, Mauro Nori, che contesta i requisiti per la sua nomina.

«Sì. La prima udienza ci sarà a maggio».

Quante telefonate di raccomanda­zione ha ricevuto in questi dieci mesi?

«Solo tre. Poche. E poi succede anche nel settore privato. Annoto i suggerimen­ti, ma poi decido io».

Torniamo agli utenti: la busta arancione con l’estratto conto e la simulazion­e della pensione la manderete?

«Sì, entro quest’anno circa 10 milioni di lavoratori che non hanno il pin per fare l’operazione on line, riceverann­o la nostra comunicazi­one per lettera. Stiamo infatti studiando una soluzione che ci permetta nei limitati margini di bilancio che abbiamo, di mantenere la promessa».

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