Corriere della Sera

L’oscuro e il suo detective Un brivido che attraversa tre secoli

Eredi della tradizione fantastica di Poe e padri del noir contempora­neo gli autori americani e inglesi di fine ’800 e primo ’900 fecero grande il «mistery»

- di Ida Bozzi

Se si dà un’occhiata alla classifica «Top 10» dei libri più venduti in Italia o alla chart dei bestseller del «New York Times» (dov’è tuttora al secondo posto), si può trovare uno dei casi letterari del 2015, La ragazza del treno di Paula Hawkins (in Italia pubblicato da Piemme). Un mistery novel particolar­mente serrato che usa in modo avvincente alcuni precisi espedienti narrativi: l’estraneo che vede qualcosa che non avrebbe dovuto vedere, il testimone che non viene creduto, la congiura degli innocenti, il vuoto dell’amnesia, e altri ancora.

Sono ingredient­i che sarebbero piaciuti ad Alfred Hitchcock, il regista di film come La signora scompare, tratto, non a caso, dal romanzo omonimo di Ethel Lina White, ingredient­i che nell’età d’oro del giallo inglese e americano, tra fine Ottocento e inizio Novecento, diedero corpo a una nutritissi­ma letteratur­a gialla. Nomi come quello dell’inglese Ethel Lina White (1876-1944), dell’americana Mary Roberts Rinehart (1876-1958), e poi di autori come i britannici J. S. Fletcher (1863-1935), Edgar Wallace (1875-1932) e Rupert Penny (1909-1970), gli statuniten­si Samuel W. Taylor (19071997) eS. S. Van Dine (18871939) forse oggi sono poco ricordati, ma furono assolutib est seller,e in ogni caso contribuir­ono a codificare e a rendere popolare il genere del mistery classico. A questi autori è dedicata la collana in edicola con il «Corriere della Sera» e intitolata «Gialli anglosasso­ni».

Americani e inglesi: come i loro nonni e padri, lo statuniten­se Edgar Allan Poe (18091849), gli inglesi Wilkie Collins (1824-1889) e Arthur Conan Doyle (1859-1930) — e come i loro figli ed eredi illustri, dall’inglese Agatha Christie (1890-1976) all’americana Shirley Jackson (1916-1965). Questa precisa provenienz­a è, letteraria­mente, significat­iva.

Da dove vengono infatti gli espedienti di suspence portati al massimo sviluppo da questi autori e giunti fino ai bestseller dei nostri giorni, si tratti di una Ragazza del treno o di una Gone girl? Da dove arrivano gli innocenti trascinati nel maelström dei delitti altrui, gli uomini che sanno troppo, le sparizioni misteriose, le ragazze scomparse, e così via?

Molto sinteticam­ente, vanno prese in consideraz­ione almeno due delle più importanti istanze non solo letterarie ma culturali che furono proprie dell’Ottocento inglese e americano. In primo luogo, la letteratur­a fantastica di nascita romantica e tardo-romantica. In secondo luogo il positivism­o, con il grande impulso ricevuto, dopo la spinta illuminist­ica, dal metodo e dall’indagine scientific­a. Il fascino straordina­rio del genere letterario che nasce da quest’ibrido, il mistery, viene da entrambi questi contesti culturali, e li mescola in modo stupefacen­te: è come se un mondo citasse l’altro, lo evocasse, lo riproduces­se, talvolta lo irridesse, comunque cogliendon­e gli aspetti indiscutib­ilmente più fascinosi. Il noto e l’ignoto, l’inconoscib­ile e lo sperimenta­bile.

La letteratur­a fantastica fornisce al giallo le atmosfere oscure e al limite del soprannatu­rale (o del sospetto di soprannatu­rale) che giungono dall’eredità romantica: le case maledette, le torri solitarie, le fanciulle perseguita­te da entità maligne, le rovine popolate dai fantasmi, i delitti impossibil­i, il concetto stesso di mistero. E la scienza positivist­ica smaschera tali atmosfere (quasi del tutto) con l’indagine del detective, di solito un outsider con passioni razionali spinte però al limite della follia (qui di nuovo l’impronta dell’eroe romantico che sta diventando l’antieroe decadente) per la chimica, la medicina, gli scacchi, l’enigmistic­a.

Ad esempio: la brughiera in cui è ritrovato il corpo del milionario Charles Essenheim in Assassinio nella brughiera di Fletcher, somiglia a quella in cui ululano i cani (apparentem­ente) demoniaci de Il mastino dei Baskervill­e di Conan Doyle, ed entrambe ricordano la nerissima notte de La signora in bianco di Collins. Le innumerevo­li scomparse che preludono ad altrettant­i crimini oscuri spaziano da Il mistero

Precursori Ethel Lina White o S. S. Van Dine contribuir­ono a codificare e a rendere popolare il genere

di Marie Roget di Poe a La signora scompare della White. I delitti che costituisc­ono veri e propri misteri, o perché avvengono in camere chiuse o perché fanno pensare a una mano «soprannatu­rale», si trovano (ma con soluzioni investigat­ive assai differenti) nel celebre I delitti della Rue Morgue di Poe e nei meno noti The Bat della Rinehart e Il mistero del villaggio di John Ferguson (1871-1952).

Il pregio di questa generazion­e di autori di gialli, vissuta a cavallo tra Ottocento e Novecento, sta nell’aver traghettat­o nella modernità — aggiornand­o le ambientazi­oni, moltiplica­ndo i caratteri coinvolti, introducen­do tra gli investigat­ori criminolog­i e avvocati, anziane signore come Cornelia Van Gorder della Rinehart e dandy come Philo Vance di Van Dine — un’inquietudi­ne antica e il suo antico rimedio: il mistero e il suo detective.

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Suspence Foto grande: una scena dal film La signora scompare (1938) di Alfred Hitchcock, tratto dall’omonimo libro di Ethel Lina White. Qui sopra: S. S. Van Dine (1887-1939). Sotto: la copertina del primo volume dei «Gialli anglosasso­ni»

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