Scuse accettate
Mancini: «Pace fatta, speriamo diventi un esempio» Sarri: «Con Roberto tutto ok, non sono omofobo»
Non sempre le guerre si risolvono con vinti e vincitori. A volte basta una parola e un po’ di buon senso per sedare una lite. Quella verbalmente violentissima, consumata a colpi di «frocio» e «finocchio», tra l’allenatore del Napoli Maurizio Sarri e il tecnico dell’Inter Roberto Mancini ha spaccato ancor di più l’Italia del calcio, già divisa su tutto lo scibile umano. Si spera che la pace tra i due, e pure quella tra i rispettivi club, aiuti a svelenire il clima.
I «pesanti insulti», censurati dal giudice sportivo Gianpaolo Tosel, e pronunciati nel recupero del quarto di finale di Coppa Italia al San Paolo, sono costati al tecnico partenopeo due turni di squalifica e 20 mila euro di multa. L’allenatore nerazzurro di contro ha pagato con 5 mila euro l’atteggiamento intimidatorio. Arrivata la sentenza del giudice e sbollita la rabbia, l’Inter ha deciso di mettere un punto a una discussione in cui tutti, dai tifosi fino ai ministri, hanno voluto far conoscere il proprio pensiero. Il lavoro finale delle diplomazie, impegnate da giorni a ricucire lo strappo, è sfociato in un fonogramma nerazzurro apparso sul sito. «Il club conferma il completo supporto all’allenatore Roberto Mancini e alla posizione etica da lui assunta durante i commenti al termine della partita. Però è giunto il momento di tracciare una linea che possa porre fine alle discussioni. Roberto Mancini e il club desiderano accettare le scuse di Sarri e del Napoli».
È la parola fine che riavvicina le due società, perché era inutile alimentare tensioni tra tifoserie. «Si spera che l’attenzione del pubblico possa ora tornare alle partite».
Un finale montato anche con l’aiuto della trasmissione Le Iene che andrà in onda domani su Italia 1. Messo a confronto con Sarri, Mancini ne ha accettato le scuse e il dono di una tuta, tratto ormai distintivo del 57enne tecnico partenopeo. L’allenatore nerazzurro di contro ha donato una maglietta per suggellare la pace.
Sollevato, Sarri ha ribadito: «Con Mancini non ho assolutamente niente, avrei fatto pace anche dopo tre secondi. Penso che l’omosessualità sia una condizione di vita assolutamente accettabile. Non sono omofobo. Il mio è stato solo un insulto di rabbia, non c’è nessuna discriminazione. Sono favorevole al matrimonio e alle adozioni gay: sulle adozioni penso che ci sia bisogno di una legge apposita, che preveda questa possibilità».
Mancini Speriamo che questa pace si traduca in un esempio positivo Siamo nel 2016, le unioni civili e le adozioni gay sono giuste
Mancini, cui è stato chiesto se questa lite si poteva risolvere e chiudere con una pace e diventare un esempio positivo, ha replicato: «Sì, sicuramente. Speriamo che sia un buon esempio per tutti». Il tecnico nerazzurro ha ribadito di non aver mai usato il termine «frocio» nella litigata del 2001 con un giornalista: «Non ho mai fatto quel tipo di insulti. È una bugia grande... C’è un testimone che era lì con me». E il tecnico si è detto favorevole alle unioni civili: «Siamo nel 2016, non nel 1500. Adozioni gay? È giusto».
Il caso segnerà il calcio, non solo per i rapporti personali e perché è caduto il muro del «certe cose devono restare in campo», ma soprattutto nella giurisprudenza sportiva, chiamata per la prima volta a pronunciarsi su un tema tanto spinoso. Si è schierato anche il tecnico del Milan Sinisa Mihajlovic, amico da una vita di Mancini. «Non ho sentito Roberto in questi giorni, ma bisogna rispettare la sua sensibilità e il suo carattere. Io avrei gestito in maniera diversa la cosa, parlando con Sarri da uomo a uomo, ma ripeto è un episodio brutto che è stato già condannato. Non è scoppiata comunque una guerra, quindi pensiamo al calcio».
Sarri Con Mancini non ho nulla, avrei fatto pace anche dopo tre secondi Il mio è stato solo un insulto di rabbia, non sono omofobo