Psicosi Luiz Adriano In Cina le lanterne ora paiono lucciole
Uno stridore assordante arriva da Oriente: è la poderosa frenata dei nostri campioni nella furibonda corsa verso la Cina. Sei, sette, otto milioni d’ingaggio all’anno. Per due, tre, cinque anni. Sempre meno cimitero d’elefanti, sempre più paradiso economico per i talenti di mezzo mondo: questa la Cina fino a un paio di settimane fa. Poi il caso Luiz Adriano: l’attaccante del Milan saluta beffardo gli stress del sistema italiano per raggiungere la felicità dello spensierato calcio nascente. Arrivato sul posto, però, la disillusione: i soldi non sono così facili. E neppure così tanti. E neppure così sicuri. Il brasiliano riesce soltanto a scattare qualche foto, ma sostanzialmente non apre neppure la valigia: clamoroso dietrofront e rieccolo al Milan. È la svolta. Lo snodo. Il giro di boa. Da questo affare saltato, niente sarà più come prima. Come uno starnuto di Draghi provoca inimmaginabili effetti a catena nelle Borse mondiali, così il caso Luiz Adriano provoca uno sciame sismico su larga scala. Ha tutte le sembianze di una nuova psicosi: uguale a quella in certi bazar metropolitani o su certe bancarelle, è la psicosi del pacco cinese. Tra nuova diffidenza e sano scetticismo, torna a dominare le trattative l’intramontabile metodo proto-bocconiano, prima tu dà tappeto, poi io do cammello. Gervinho della Roma fa sapere che tutto sommato, ripensandoci bene, non ci si può imbarcare in una simile avventura soltanto sulla base di una proposta generica, senza problemi di zeri, ma anche senza niente di scritto. Altra frenata, altro ripensamento, altro affare svanito. A seguire, l’interista Guarin. Il suo procuratore: senza garanzie, restiamo all’Inter, dove tra l’altro stiamo bene da matti (effettivamente, dovendo restare). Un cortese no arriva anche dalla Juve e da Hernanes, così risulta. È evidente: gli scaltri uomini d’affari del nostro calcio scoprono che nello sterminato Paese delle lanterne diventa sempre più difficile distinguere le lanterne dalle lucciole. Anche questo può essere uno dei primi spasmi di un’epopea economica che sembrava inarrestabile, ma che ultimamente comincia proprio a tossicchiare, e non solo per gli allucinanti tassi d’inquinamento. Certo l’esodo verso Est non finisce qui, con questi casi clamorosi. Ma certo da qui in avanti sarà tutto un po’ diverso. A dir poco, più prudente. La festa è finita. Crolla il mito del nuovo Eldorado. China Down.