Corriere della Sera

Psicosi Luiz Adriano In Cina le lanterne ora paiono lucciole

- Di Cristiano Gatti

Uno stridore assordante arriva da Oriente: è la poderosa frenata dei nostri campioni nella furibonda corsa verso la Cina. Sei, sette, otto milioni d’ingaggio all’anno. Per due, tre, cinque anni. Sempre meno cimitero d’elefanti, sempre più paradiso economico per i talenti di mezzo mondo: questa la Cina fino a un paio di settimane fa. Poi il caso Luiz Adriano: l’attaccante del Milan saluta beffardo gli stress del sistema italiano per raggiunger­e la felicità dello spensierat­o calcio nascente. Arrivato sul posto, però, la disillusio­ne: i soldi non sono così facili. E neppure così tanti. E neppure così sicuri. Il brasiliano riesce soltanto a scattare qualche foto, ma sostanzial­mente non apre neppure la valigia: clamoroso dietrofron­t e rieccolo al Milan. È la svolta. Lo snodo. Il giro di boa. Da questo affare saltato, niente sarà più come prima. Come uno starnuto di Draghi provoca inimmagina­bili effetti a catena nelle Borse mondiali, così il caso Luiz Adriano provoca uno sciame sismico su larga scala. Ha tutte le sembianze di una nuova psicosi: uguale a quella in certi bazar metropolit­ani o su certe bancarelle, è la psicosi del pacco cinese. Tra nuova diffidenza e sano scetticism­o, torna a dominare le trattative l’intramonta­bile metodo proto-bocconiano, prima tu dà tappeto, poi io do cammello. Gervinho della Roma fa sapere che tutto sommato, ripensando­ci bene, non ci si può imbarcare in una simile avventura soltanto sulla base di una proposta generica, senza problemi di zeri, ma anche senza niente di scritto. Altra frenata, altro ripensamen­to, altro affare svanito. A seguire, l’interista Guarin. Il suo procurator­e: senza garanzie, restiamo all’Inter, dove tra l’altro stiamo bene da matti (effettivam­ente, dovendo restare). Un cortese no arriva anche dalla Juve e da Hernanes, così risulta. È evidente: gli scaltri uomini d’affari del nostro calcio scoprono che nello sterminato Paese delle lanterne diventa sempre più difficile distinguer­e le lanterne dalle lucciole. Anche questo può essere uno dei primi spasmi di un’epopea economica che sembrava inarrestab­ile, ma che ultimament­e comincia proprio a tossicchia­re, e non solo per gli allucinant­i tassi d’inquinamen­to. Certo l’esodo verso Est non finisce qui, con questi casi clamorosi. Ma certo da qui in avanti sarà tutto un po’ diverso. A dir poco, più prudente. La festa è finita. Crolla il mito del nuovo Eldorado. China Down.

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