Il sindaco e la casa comprata dall’indagato per mafia Reggio Emilia, 5 Stelle contro il pd Vecchi. Lui: «È una gogna, l’acquisto fatto anni prima dell’inchiesta»
più o meno in quattro secondi. Mi dice come facciamo a stargli dietro con i nostri mezzi di servizio?».
La sfida finora è stata tutta qui, una questione di potenza, soprattutto. Tre ladri forse armati (non hanno mai sparato), sicuramente pericolosi e pronti a tutto pur di non farsi catturare, stanno mettendo alla prova polizia e carabinieri dell’intero Nord-Est. Che più di una volta sono stati a un passo dal prenderli ma che alla fine hanno dovuto desistere davanti alle accelerate del loro mezzo di locomozione, chiamiamolo così.
Trattasi di un’Audi Rs4 gialla, motore Lamborghini, targa ticinese, rubata all’aeroporto di Malpensa il 26 dicembre scorso e da allora mai intercettata fino al 16 gennaio quando gli abitanti di un quartiere di Abano Terme (Padova) chiamano i carabinieri per segnalare
L’acquisto della casa mette in imbarazzo, tre anni dopo, il sindaco di Reggio Emilia, il pd Luca Vecchi. Perché tre anni fa, si scopre adesso, a vendergliela fu Francesco Macrì, uno dei duecento imputati nel processo Aemilia, la maxi-inchiesta che ha svelato quanto fossero ramificati gli interessi delle cosche della ‘ndrangheta in Emilia Romagna. Le opposizioni, soprattutto il Movimento 5 Stelle, sotto tiro a Quarto per una storia di rapporti tra mafia e amministratori, ha chiesto le dimissioni del sindaco, della moglie Maria Sergio (ex dirigente del Comune, e a cui è formalmente intestato l’immobile) e anche del ministro Graziano Delrio, che ha guidato la città di Reggio Emilia fino al 2013.
Vecchi non nasconde la difficoltà del momento: «Mi è cascato un muro addosso. Mi sento addolorato, e anche vittima». E si difende con sobrietà, ma anche con forza: «A chi strumentalmente prova a tirare in ballo le azioni della mia famiglia per gettare ombre sul mio impegno amministrativo, ribadisco che il nostro operato è trasparente. Nessuna allusione o tentativo di gogna piegherà
Eletto Luca Vecchi, 43 anni, è stato proclamato primo cittadino di Reggio Emilia — con una lista di centrosinistra — il 5 giugno 2014 con il 56,39% delle preferenze. È laureato in Economia e Commercio questo fatto».
L’acquisto venne perfezionato il 17 maggio 2012 tra la moglie di Vecchi e la società M&F General Service, di cui era amministratore unico il crotonese Francesco Macrì. Il quale, nel gennaio dell’anno scorso, finì nel lungo elenco di indagati dell’inchiesta Aemilia con l’accusa di aver reimpiegato beni e denaro di provenienza illecita e di aver favorito gli affari della cosca Grande Aracri. Il sindaco Vecchi puntualizza che nel 2012 fece «tutte le possibili verifiche» e di non aver avuto nessun dubbio di «irregolarità o di opportunità» rispetto a quell’acquisto.
Ma alle opposizioni non basta. Il capogruppo M5S alla Camera Davide Crippa e il vice Michele Dell’Orco, osservano che «per oltre un anno dal momento del coinvolgimento di Macrì, il sindaco Vecchi e la dirigente Maria Sergio hanno taciuto alla popolazione la notizia relativa alla casa in cui vivono». E chiedono che «il ministro Delrio riferisca alle Camere su quanto accaduto».
Il bersaglio politico sembra proprio il ministro delle Infrastrutture, anche lui nei mesi scorsi tirato in ballo dalla mega-indagine sulle ‘ndrine calabresi al Nord. Delrio era stato infatti sentito dai magistrati come persona informata sui fatti per la sua partecipazione nel 2009, quando era in corsa per la rielezione al Comune, alla processione del Santissimo Crocifisso a Cutro in provincia di Crotone (atto di riconoscenza alla corposa comunità di calabresi nel Reggiano, peraltro condivisa anche da altri candidati).
Il Pd ovviamente difende senza tentennamenti il sindaco di Reggio Emilia. I consiglieri comunali parlano di «macchina del fango accesa ancora una volta dal Movimento 5 Stelle». Per il deputato Paolo Gandolfi «Vecchi merita la nostra fiducia perché è un sindaco onesto, capace ed equilibrato. Il resto è spazzatura politica».