L’ISTAT E AUMENTA LA SUA OFFERTA
SI MODERNIZZA
Caro direttore, ho letto con molta attenzione l’articolo di Dario Di Vico sul Corriere del 22 gennaio e volevo ringraziare il suo giornale per aver colto il momento di straordinaria importanza per la vita dell’Istat e, auspico, anche per l’accrescimento d e l l a q u a l i t à e credibilità della statistica ufficiale. In virtù di questa sensibilità mi permetto di esporle i motivi che hanno portato ad avviare il progetto di modernizzazione dell’Istituto, peraltro ancora in discussione all’interno del Consiglio.
Il progetto non è incentrato sulla riduzione delle spese ma si pone come obiettivo principale la massimizzazione dell’efficacia, attraverso l’arricchimento dell’offerta e della qualità delle informazioni prodotte. I dati diffusi devono essere in grado di rispondere alle trasformazioni in atto nella società e alle nuove domande informative, in un contesto in cui l’Istituto ha la responsabilità di essere produttore, ricercatore, garante della qualità della statistica ufficiale, nonché guida per l’utilizzo corretto e competente delle statistiche. Non si tratta, dunque, di spendere meno ma di spendere meglio, dando il maggior valore possibile ai fondi pubblici. Il progetto sottolinea anche i vincoli e le condizioni per la sua attuazione. Ad esempio, la produzione e il rilascio di informazioni non devono essere realizzati creando ulteriori oneri e costi sui soggetti che, a vario titolo, devono rispondere a numerosi questionari. In un momento di grande attenzione all’uso delle risorse pubbliche, non è pensabile aumentare i costi di funzionamento dell’Istituto a carico del bilancio dello Stato.
In questo ambito, la modernizzazione dell’Istat propone dunque una strategia orientata all’ottimizzazione dell’uso dei propri fattori produttivi, soprattutto riguardo alle competenze e alle professionalità del personale, e non certo a discapito della tempestività e pertinenza delle statistiche. I risparmi generati saranno investiti in progetti di ricerca e sviluppo, in modo da essere sempre più attrezzati per affrontare le nuove sfide che vengono dal mondo esterno. Un ruolo fondamentale è giocato anche dal pieno sfruttamento sia delle informazioni rilasciate correntemente ai diversi enti della pubblica amministrazione dalle persone e dalle imprese, sia delle fonti innovative, i cosiddetti Big Data. In queste aree l’Istat vanta già un’esperienza consolidata che intende continuare a sviluppare, in linea con quanto avviene non soltanto nei Paesi nordici ma in tutta Europa e in molti altri Paesi extraeuropei. L’Istat è da tempo attrezzato e in grado di affrontare il problema della qualità di dati e di processi derivanti da rilevazioni statistiche e da fonti amministrative.
I metodi statistici consentono anche di produrre stime tempestive basate su flussi amministrativi parziali, proprio grazie all’integrazione con altre fonti. Un esempio in tal senso è senz’altro quello della previsione a breve della stima dei decessi per causa di morte. La strategia della modernizzazione non implica in alcun modo l’abbandono delle importanti rilevazioni statistiche campionarie condotte dall’Istituto. Si intende, anzi, migliorarle e renderle finalmente integrate tra loro e con le informazioni raccolte dagli archivi amministrativi, attivando un processo virtuoso che agisca positivamente sulla qualità dei risultati derivabili dall’insieme delle fonti.
L’informazione disponibile è aumentata enormemente e una produzione statistica basata sull’integrazione di una pluralità di fonti è la soluzione individuata da tutte le organizzazioni statistiche del mondo.
* Presidente dell’Istat