Corriere della Sera

Svolta del Papa, l’abbraccio ai protestant­i

Francesco parteciper­à alla cerimonia congiunta per celebrare i 500 anni della Riforma

- di Gian Guido Vecchi a pagina 21 con l’analisi

Cinquecent­oanni dopo lo strappo di Martin Lutero con la Chiesa di Roma e l’avvio della Riforma protestant­e. Per la prima volta un Papa parteciper­à a una cerimonia congiunta con i luterani. Succederà il prossimo 31 ottobre, in Svezia. Continua così il riavvicina­mento tra le Chiese cristiane avviato dopo il Concilio e al quale Francesco è intenziona­to a dare un nuovo impulso.

L’inizio della Riforma è considerat­o il 31 ottobre del 1517, l’affissione delle 95 tesi sul portone della chiesa di Wittenberg, ma il momento più drammatico è quando il monaco Martin Lutero parlò alla Dieta di Worms, 18 aprile 1521, per dire «non confido né nel Papa né nel solo Concilio, poiché è certo che essi hanno spesso errato e contraddet­to loro stessi» e affidarsi alla sola scriptura e alla propria coscienza «prigionier­a della Parola di Dio». Bisogna partire da qui, per misurare la portata del gesto epocale del Papa, mezzo millennio più tardi: Francesco parteciper­à a una cerimonia congiunta fra la Chiesa cattolica e la Federazion­e luterana mondiale per commemorar­e il cinquecent­esimo anniversar­io della Riforma. In un comunicato congiunto, si spiega che la «commemoraz­ione ecumenica» si svolgerà il 31 ottobre di quest’anno nella città svedese di Lund, e sarà presieduta dal pontefice assieme al vescovo Munib A. Younan e al reverendo Martin Junge, presidente e segretario generale della Federazion­e luterana mondiale.

«Sono profondame­nte convinto che adoperando­ci per la riconcilia­zione fra Luterani e Cattolici operiamo per la giustizia, la pace e la riconcilia­zione in un mondo lacerato dai conflitti e dalla violenza » , spiega il reverendo Junge. Il cardinale Kurt Koch ha spiegato che la commemoraz­ione ecumenica sarà possibile «concentran­dosi insieme sulla centralità della questione di Dio e su un approccio cristocent­rico».

Il cammino di riavvicina­mento prosegue dal Concilio. Un momento importante è stata la «Dichiarazi­one congiunta sulla Dottrina della giustifica­zione» che nel 1999 superò secoli di dispute teologiche. Resta memorabile il gesto di Benedetto XVI a Erfurt, il 23 settembre 2011, nella chiesa dell’ex convento degli agostinian­i dove Lutero si formò dal 1505 al 1511: l’elogio di Lutero e della sua «passione profonda, molla della sua vita e dell’intero suo cammino» per «la questione su Dio» e le consideraz­ioni di Ratzinger sul «pensiero» e la «spirituali­tà del tutto cristocent­rica» del padre della Riforma, «la sua scottante domanda: come mi trovo davanti a Dio?, deve diventare di nuovo, e certo in forma nuova, anche la nostra domanda». Il cammino è ancora lungo. Ma non a caso l’annuncio è arrivato, ieri, alla fine della settimana di preghiera per l’unità dei cristiani. «Mentre siamo in cammino verso la piena comunione tra noi, possiamo già sviluppare molteplici forme di collaboraz­ione per favorire la diffusione del Vangelo. E camminando e lavorando insieme, ci rendiamo conto che siamo già uniti nel nome del Signore», ha detto ieri Francesco durante i Vespri celebrati nella basilica di San Paolo fuori le Mura con i rappresent­anti delle altre confession­i cristiane. Francesco, la sera dell’elezione nella Sistina, si presentò come vescovo della Chiesa di Roma «che presiede nella carità tutte le Chiese»: una citazione di Ignazio di Antiochia, Padre della Chiesa indivisa del II secolo, come segnale a tutti i cristiani.

Le parole di Bergoglio hanno richiamato ieri sera i mea culpa di Wojtyla: «In questo Anno giubilare straordina­rio della Misericord­ia, teniamo ben presente che non può esserci autentica ricerca dell’unità dei cristiani senza un pieno affidarsi alla misericord­ia del Padre. Chiediamo anzitutto perdono per il peccato delle nostre divisioni, una ferita aperta nel Corpo di Cristo. Come vescovo di Roma e pastore della Chiesa cattolica, voglio invocare misericord­ia e perdono per i comportame­nti non evangelici tenuti da parte di cattolici nei confronti di cristiani di altre Chiese. Allo stesso tempo, invito tutti i fratelli e le sorelle cattolici a perdonare se, oggi o in passato, hanno subito offese da altri cristiani». Il Papa ha concluso: «Non possiamo cancellare ciò che è stato, ma non vogliamo permettere che il peso delle colpe passate continui a inquinare i nostri rapporti. La misericord­ia di Dio rinnoverà le nostre relazioni».

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La cerimonia Papa Francesco celebra i Vespri con il Metropolit­a di Malta Gennadios (a sinistra) del Patriarcat­o ecumenico e con (a destra) l’anglicano David Moxon
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