Sorpresa Pistoia per la cultura
La città toscana sarà capitale della Cultura 2017 Tra le finaliste battute Como, Ercolano e Spoleto Il ministro Franceschini: «Una bella sorpresa»
Lacapitale della cultura 2017 sarà Pistoia. Lo ha annunciato il ministero dei Beni culturali. La città toscana (che riceverà un finanziamento di un milione di euro) ha battuto le altre otto candidate finaliste.
Pistoia sarà la capitale italiana della cultura 2017. Lo ha deciso la giuria di selezione presieduta dal professor Marco Cammelli che ha comunicato la designazione al ministro per i Beni e le attività culturali e del turismo, Dario Franceschini. La città toscana (che riceverà un finanziamento di un milione di euro) ha battuto le altre otto candidate finaliste: Aquileia, Como, Ercolano, Parma, Pisa, Spoleto, Taranto e Terni. L’asse delle capitali italiane della cultura continua a gravitare nel Centro-Nord: nel 2015 Ravenna, nel 2016 Mantova e nel 2017 Pistoia. Sincero il commento dell’assessore alla Cultura di Pistoia, Elena Becheri, presente alla proclamazione con la fascia tricolore al posto del sindaco Samuele Bertinelli (del Pd, alla guida di una giunta di coalizione di centrosinistra dal 2012) impegnato in Consiglio comunale e diventato padre da poche ore: «Non ci aspettavamo questa vittoria. Credo che la commissione abbia saputo cogliere l’aspetto che la cultura è il lievito che fa crescere le politiche della nostra città. Non a caso negli ultimi anni siamo riusciti a difendere, se non a incrementare, i fondi a disposizione in bilancio».Tra i punti qualificanti del progetto presentato, ha spiegato l’assessore Becheri, ci sono «la riflessione sulla cultura urbana con la quarta edizione di Leggere la città, che continua a crescere. E il Museo della storia della medicina pistoiese presso l’ospedale del Ceppo: sull’ingresso spicca il fregio dei Della Robbia appena restaurato».
Franceschini ha ammesso che è stata una scelta poco prevista alla vigilia: «Mi pare una bella vittoria, un po’ a sorpresa. Le favorite sembravano altre città, ma la commissione ha lavorato in modo approfondito e trasparente senza alcuna forma di pressione». Ed ecco la motivazione della giuria (che ha votato a maggioranza, quindi non all’unanimità): «La candidatura risulta decisamente ben sostenuta nei suoi diversi elementi (area centrale urbana, relazioni territorio circostante, ampiezza dei settori, gestione sistema bibliotecario, budget importante ma realistico, partenariato di sistema e internazionale) ampiamente apprezzati anche nel loro insieme». Così prosegue il testo: «Il progetto per qualità e completezza sa interpretare pienamente le risorse esistenti, proiettandole in uno scenario anche internazionale di avanzato sviluppo del patrimonio culturale e della partecipazione associativa».
Forte la delusione soprattutto per Ercolano, che aveva puntato molto sulla candidatura come elemento di riscatto dalla disoccupazione giovanile e dalla pesante presenza della malavita organizzata in quell’area. Amaro ma leale il commento del sindaco Ciro Bonajuto: «Certo, sarei stato più felice se avessimo vinto, ma la mia sfida non era arrivare primi, perché adesso posso dire a tutti i cittadini che intorno alla cultura si può realizzare un sogno. È importante il valore che vogliamo dare alla cultura nel mezzogiorno come volano di sviluppo, anche economico e sociale. Vogliamo lasciare ai nostri figli una città più bella di quella che abbiamo ereditato. E oggi possiamo dire che Ercolano si è messa in marcia». Ercolano parteciperà anche per il titolo del 2018, Franceschini ha già annunciato l’imminente bando prevedendo che la gara «diventerà sempre più importante man mano che crescerà il numero della città che partecipano, sarà già un risultato essere fra le dieci della short list. Un po’ come capita per gli Oscar dove i candidati sono già in gran parte vincitori».