Corriere della Sera

Quella diffidenza per le promesse non mantenute di Atene

- Di Danilo Taino

Che in questi giorni il governo tedesco privilegi la Turchia rispetto alla Grecia è un dato di fatto. Tre giorni fa, il primo ministro di Ankara, Ahmet Davutoglu, ha promesso ad Angela Merkel che farà di tutto per fermare i rifugiati nei campi profughi turchi (in cambio di denaro e non si sa se lo farà davvero). Nei mesi scorsi, invece, Atene non ha realizzato quello che la Ue aveva chiesto (e il governo greco accettato), cioè di intensific­are i controlli alle complicati­ssime frontiere e di mettere in funzione gli hot spot nei quali registrare chi arriva (ora dice che lo farà, ma non si sa se davvero). Frau Merkel ritiene che la priorità sia la prima, il lato turco.

L’idea di creare un muro tra Grecia e Macedonia, presidiato da forze di Schengen sul versante macedone — ipotesi circolata nei giorni scorsi —, va però al di là del pensabile.

In realtà, nel governo di Berlino quello che sarebbe l’isolamento della Grecia fuori da Schengen non raccoglie molti fan. Con Atene i rapporti continuano a essere non facili. Soprattutt­o, c’è la convinzion­e che l’esecutivo guidato da Alexis Tsipras continui a non essere abbastanza affidabile. Le promesse non mantenute sulla gestione dei profughi (difficili da mettere in pratica) e i dubbi sulla realizzazi­one da parte di Atene del programma di riforme concordato a fine estate in cambio degli 86 miliardi del pacchetto di salvataggi­o oscurano i rapporti tra i due governi. Ciò nonostante, l’eventualit­à di isolare la Grecia ai margini esterni di Schengen non è di Berlino: ha trovato sostenitor­i nel governo austriaco e in alcuni funzionari della Ue. Difficile dire se come intenzione vera o come strumento di pressione per spingere Tsipras a seguire le indicazion­i di Bruxelles. Fare della Grecia una «scatola nera» nella quale si concentrer­ebbero centinaia di migliaia di profughi in arrivo dalla Turchia e bloccati al confine della Macedonia è ritenuto «impraticab­ile» a Berlino: sarebbe devastante dal punto di vista etico, per la Ue. Piuttosto, la preoccupaz­ione, nella politica tedesca, è che il nuovo rapporto con la Turchia, voluto da Frau Merkel per fermare il flusso che da lì parte per l’Europa, crei problemi con la Grecia. Atene ha rapporti tesi da decenni con Ankara, e se da una parte vuole che il flusso dei rifugiati si fermi, dall’altra vede male, in alcuni settori della politica ellenica molto male, una nuova relazione tra Ue e Turchia. Altra ragione di incomprens­ione, se ce ne fosse stato bisogno.

danilotain­o

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