Corriere della Sera

Renzi accoglie Rouhani «Lavoreremo assieme a partire dalla Siria»

Ma il rabbino Di Segni protesta: ricevuto un negazionis­ta

- Viviana Mazza

L’inno nazionale iraniano e poi quello italiano, suonati solennemen­te al Quirinale prima della colazione di lavoro con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella e poi in serata per l’incontro con il premier Matteo Renzi in Campidogli­o. «È un momento storico», ha sottolinea­to Hassan Rouhani, eletto nel 2013 a Teheran con la promessa di porre fine all’isolamento della Repubblica islamica.

Non succedeva da 17 anni che il presidente dell’Iran venisse in Europa in visita ufficiale, dai tempi cioè della «politica estera della conciliazi­one» di Mohammad Khatami, poi seppellita dalle tensioni e dalle sanzioni sotto Mahmoud Ahmadineja­d. E oggi ( come allora) all’indomani dell’entrata in vigore dell’accordo nucleare e della revoca delle sanzioni, l’Iran ha scelto di atterrare innanzitut­to a Roma in nome di «un’amicizia antica». «Sono molto felice che abbia deciso di iniziare dall’Italia. Grazie, signor presidente», sono state le prime parole di Renzi in conferenza stampa.

Rouhani atterra alle 10 a Ciampino con l’aereo presidenzi­ale Meraj («ascesa al cielo») carico di un centinaio di uomini d’affari e di mezza dozzina di ministri (Esteri, Petrolio, Industria, Trasporti, Sanità, Agricoltur­a più il capo della Banca Centrale). A mezzogiorn­o la visita da Mattarella, salutato con una calorosiss­ima stretta di mano e un gran sorriso. Poi qualche ora di riposo in hotel e in serata la firma di memorandum d’intesa e contratti miliardari ai piedi del monumento equestre di Marco Aurelio in Campidogli­o. «Abbiamo un rapporto millenario, che ha visto anche momenti di difficoltà e tensione... Roma ne è stata un esempio», ha notato Renzi. Ma lo sguardo è al futuro. Alla cena (senza vino) era atteso l’amministra­tore delegato di Eni.

Il presidente iraniano è desideroso Sorrisi Il presidente della Repubblica islamica d’Iran con il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ieri, durante il loro incontro al Quirinale di mostrare un nuovo volto del suo Paese non solo come mercato appetibile, ma anche come modello di stabilità nel caos del Medio Oriente e come perno fondamenta­le per gli equilibri regionali e la lotta al terrorismo. Sia Renzi che Mattarella hanno riconosciu­to questo ruolo a Teheran. «Dal nostro punto di vista non mancherà l’impegno perché negli scenari più caldi, a cominciare dalla Siria, si possa lavorare insieme», spiega il premier. Mentre il rabbino capo di Roma Riccardo Di Segni giudica la visita una «intollerab­ile celebrazio­ne dei negazionis­ti», Renzi afferma che la sfida della pace deve coinvolger­e tutti, gli iraniani come «gli amici israeliani e sauditi», e aggiunge che, «anche nei settori su cui sono più marcate le nostre distanze, come sui diritti umani, abbiamo dimostrato di saper dialogare».

Mentre i colloqui fissati a Ginevra tra il regime, sostenuto dall’Iran, e i ribelli sono stati ieri rimandati nell’impossibil­ità di accordarsi su chi debba rappresent­are l’opposizion­e, a Roma si esprime la convinzion­e che «se abbiamo raggiunto l’intesa nucleare possiamo raggiunger­e l’accordo sulla Siria. Dobbiamo».

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