L’apertura di Parigi: «Fine delle sanzioni nel luglio 2016»
Il ministro francese Emmanuel Macron, in visita a Mosca per rilanciare il dialogo economico tra Russia e Francia, ha parlato domenica sera di una fine delle sanzioni occidentali «nel luglio 2016». «Il nostro desiderio è che l’insieme delle parti rispetti gli impegni presi a Minsk. Stiamo lavorando in questo quadro, e possiamo fare di più». Le dichiarazioni di Macron arrivano nel momento in cui la crisi ucraina, all’origine delle sanzioni, sembra passare in secondo piano rispetto alla guerra in Siria e alla lotta internazionale contro il terrorismo dello Stato islamico. La Francia, molto impegnata sul fronte mediorientale, vuole chiudere lo scontro diplomatico con la Russia, anche se gli accordi di Minsk del 12 febbraio 2015 sono lontani dall’essere applicati: i combattimenti tra l’esercito dell’Ucraina e i ribelli filorussi del Donbass sono diminuiti di intensità, ma gli spari sulla linea del fronte continuano. Lo scambio dei prigionieri non è stato ancora effettuato, la riforma della Costituzione tarda ad arrivare e le truppe russe continuano a essere presenti sul territorio ucraino. Eppure le parole del ministro francese confermano la volontà occidentale di cercare la distensione sull’Ucraina, facendo balenare una fine delle sanzioni che aiuterebbe la Russia ad affrontare la grave crisi economica. In cambio, il presidente Putin potrebbe diventare più collaborativo nel sostenere le trattative tra Stato siriano e ribelli che cominceranno venerdì a Ginevra, e magari non ostacolare l’Occidente nell’intervento che si profila in Libia contro l’Isis. Le sanzioni alla Russia, decise per l’annessione della Crimea nel maggio 2014 e poi per il sostegno ai separatisti del Donbass, erano state rinnovate per altri sei mesi lo scorso dicembre. Le necessità della lotta al terrorismo rendono improbabile una proroga oltre l’estate: Putin, da nemico, sembra destinato a tornare interlocutore.