LE ISTITUZIONI DEVONO RESTARE LONTANE DALLO SCONTRO POLITICO
IIl corsivo del giorno l nostro ceto politico è davvero consapevole del fatto che, in una democrazia, le istituzioni sono di tutti e si collocano al di sopra dello scontro politico, dovendo semmai garantire che esso si svolga secondo certe regole? A giudicare da due episodi dei giorni scorsi c’è da dubitarne. Abbiamo potuto vedere infatti come il governatore della Lombardia non si sia limitato a pronunciarsi contro il ddl Cirinnà ma abbia schierato sulle sue posizioni la Regione come istituzione, accendendo una grande scritta luminosa in favore del Family day sul Pirellone. In modo analogo, la presidente della Camera è direttamente intervenuta sulla questione delle unioni civili, dichiarandosi anzi a favore della stepchild adoption che è materia su cui lo scontro politico — come è noto — coinvolge lo stesso partito di maggioranza. Ancora più sorprendenti sono state le reazioni che le iniziative di Roberto Maroni e Laura Boldrini hanno suscitato. Le critiche per l’indebito coinvolgimento nella polemica politica di un’istituzione (la Regione Lombardia) o di un ruolo (la presidenza della Camera, terza carica dello Stato) ci sono state, sì, ma rigorosamente unilaterali. Chi è contrario al ddl Cirinnà ha criticato come indebita soltanto la discesa in campo della Boldrini, chi è a favore ha criticato invece il solo Maroni. Nessuno che abbia visto qualcosa di non appropriato in entrambi i comportamenti. È indicativo che a Milano la maggioranza di centrosinistra del Comune, di fronte all’iniziativa di Maroni, abbia reagito in modo identico, illuminando Palazzo Marino con i colori arcobaleno. Sconfinamenti del genere non è certo la prima volta che avvengono e la mancanza di reazioni adeguate sembra indicare che abbiamo finito con l’abituarci. Senonché lo scontro politico, anche duro, fa parte della democrazia e può essere anzi un segno della sua vitalità, ma a patto che sappiamo preservare la terzietà di spazi istituzionali che sono di tutti. E tali dovrebbero rimanere.