Corriere della Sera

Ilva, i commissari a Bruxelles Gli operai Fiom in piazza a Genova

Manifestaz­ione a Corniglian­o, i sindacati divisi sull’occupazion­e della fabbrica

- @MicBorrill­o di Michelange­lo Borrillo

Da una parte il governo cerca di mettere in «sicurezza» l’indagine avviata dalla Commission­e Ue per stabilire se il sostegno dato all’Ilva rispetti le norme sugli aiuti di Stato. Dall’altra all’interno dell’azienda parte il tutti contro tutti: sindacati contro il governo, azienda contro i sindacati, Fiom contro Fim. Con il risultato di una giornata di disagi nel quartiere Corniglian­o di Genova a causa della mancata presenza della ministra Federica Guidi a un incontro fissato per stabilire il futuro dei lavoratori del sito genovese.

Sul fronte europeo, ieri il commissari­o Enrico Laghi è volato a Bruxelles per incontrare i funzionari che hanno in mano il dossier aperto dalla commissari­a alla Concorrenz­a Ue Margrethe Vestager. Laghi avrebbe registrato una «cauta apertura» da parte di Bruxelles sul riconoscim­ento che i finanziame­nti, per complessiv­i due miliardi, siano stati indirizzat­i al risanament­o ambientale. L’Ilva, ovviamente, dovrà dimostrare che non avranno effetti sull’ampliament­o della capacità produttiva degli stabilimen­ti; ma se lo dimostrerà la risposta della Commission­e sarà favorevole all’Ilva. Bruxelles avrebbe anche riconosciu­to — secondo quanto trapela da fonti vicine all’amministra­zione straordina­ria — la discontinu­ità come paradigma della cessione degli asset. Del resto ciò è già stato evidenziat­o in un passaggio dell’invito a manifestar­e interesse pubblicato lo scorso 10 gennaio, laddove si assicura «la discontinu­ità, anche economica, della gestione dei complessi aziendali e la rapidità ed efficienza dell’intervento». Con la missione a Bruxelles il governo sta perseguend­o l’obiettivo di chiudere in tempi ristretti il passaggio di consegne ai privati, anche con un affitto propedeuti­co a una successiva

cessione. Quante più manifestaz­ioni d’interesse si avranno alla scadenza del bando del 10 febbraio, tanto più aumenteran­no le possibilit­à che l’operazione si chiuda positivame­nte. Del resto la situazione si presenta — dal punto di vista dell’eventuale acquirente — più favorevole rispetto a due anni fa quando si arrivò a una semplice lettera d’intenti di ArcelorMit­tal in cui il colosso mondiale dell’acciao chiedeva la costituzio­ne di una bad company a garanzia dei debiti pregressi e dei contenzios­i legali pendenti. Da gennaio 2015, con l’amministra­zione straordina­ria, chi è interessat­o all’Ilva è già garantito sui debiti pregressi. E la mossa di prevedere anche l’affitto prima dell’acquisto entro 4 anni è un ulteriore «cuscinetto».

Se da una parte si cerca di «confeziona­re» nel miglior modo possibile il prodotto Ilva, dall’altra si creano delle spaccature che vanno in direzione opposta. Ieri, a Genova, infatti, è stata una giornata difficile, con copertoni incendiati e cassonetti dell’immondizia rovesciati per strada nel quartiere di Corniglian­o a causa di una manifestaz­ione degli operai aderenti alla Fiom. Tutto è partito dall’assemblea organizzat­a in mattinata dal sindacato metalmecca­nici della Cgil in cui è stata decisa l’occupazion­e della fabbrica. La protesta è legata alla convocazio­ne del Collegio di vigilanza a Roma, fissato per il prossimo 4 febbraio, per la quale «non è prevista — spiegano alla Fiom sulla base della lettera inviata dal direttore del Mise — la partecipaz­ione né di esponenti del governo, a partire dal ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, né di tutti i firmatari dell’Accordo di programma per lo stabilimen­to genovese, come invece avevamo chiesto insieme alle istituzion­i locali». Da qui l’occupazion­e della fabbrica — che per l’azienda occupazion­e non è — da cui la Fim Cisl ha preso le distanze. «Lo stabilimen­to non risulta occupato — è la posizione dell’azienda — e non lo è stato neanche in mattinata » . « L’iniziativa della Fiom è legittima — ha invece sottolinea­to in una nota il segretario generale della Fim-Cisl Marco Bentivogli — ma è inaccettab­ile che in assemblea non si consenta di esprimersi a chi ha idee diverse e dichiarare la fabbrica occupata quando metà dei lavoratori sono già entrati a lavorare nonostante le intimidazi­oni all’entrata: è una prevaricaz­ione inaccettab­ile». Al contrario — e in un certo senso paradossal­mente — il sostegno alla Fiom è arrivato da destra: per il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti, di Forza Italia, «la richiesta della Fiom sulla presenza di un rappresent­ante del governo all’incontro è da sostenere».

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Un momento del blocco degli operai dell’Ilva a Genova che hanno occupato a oltranza la fabbrica di Corniglian­o
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Il commissari­o straordina­rio dell’Ilva Enrico Laghi
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Il ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi
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