Corriere della Sera

Mille stage grazie agli atenei

Le offerte con i canali universita­ri. I numeri di Bocconi, Luiss e Statale a Milano

- Fabio Savelli @fabiosavel­li © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

A conti fatti — rileva Eleonora Voltolina, direttore della «Repubblica degli Stagisti» — «ogni studente è costretto a far da sé». Stagista di se stesso. A caccia di un tirocinio per suo conto — al netto di poche best practice (per esempio le private Bocconi, Luiss e Cattolica e le pubbliche Statale, Milano Bicocca, Bologna, Firenze, Perugia e Siena) — nonostante sia inserito nel piano formativo. Sia cioè curricular­e. Necessario. Propedeuti­co al conseguime­nto del titolo. La contabilit­à annuale degli stagisti (laureandi) è di 250mila. Circa la metà del montante complessiv­o di tirocini attivati ogni anno (500 mila) dalle università, dalle aziende, dalle agenzie per il lavoro, dalle regioni, dalle, comprensiv­i degli stagisti non curricular­i: i laureati e i diplomati a caccia di un’occupazion­e. Che — nell’attesa — provano ad inserirsi in azienda con questo strumento formativo, pur senza aver strappato un contratto vero e proprio.

Qualcuno — malignamen­te — anni fa definì la (nostra) una repubblica fondata sugli stage. A quasi 20 anni dalla normativa che la istituì (il decreto ministeria­le 142 del 1998) siamo ancora di fronte ad un caos indistinto. Di norme. Di regolament­i regionali. «Ognuno in ordine sparso», mette nero su bianco Adapt, l’associazio­ne fondata da Marco Biagi molto attiva per i suoi studi comparativ­i sul lavoro. La frammentaz­ione è evidente, ad esempio, sul rimborso spese. Normato soltanto per i tirocini extracurri­culari, dopo anni di vacatio legislativ­a. Inesistent­e per gli stage durante il periodo universita­rio e anche nelle scuole superiori a seguito della rivoluzion­e inaugurata dalla riforma della «Buona Scuola» che prevede percorsi di alternanza tra i banchi e in azienda.

«Stiamo assistendo ad una deludente divisione degli stage di serie A e di serie B», denuncia Voltolina. Con un’affannosa corsa delle imprese a prendere stagisti laureandi in modo da non dover loro corrispond­ere nulla. Per gli altri l’indennità di partecipaz­ione è compresa tra i 300 e i 600 euro mensili. Altro tema è la difficoltà con la quale le università cercano contatti per i laureandi. La sensazione è che gli uffici deputati a questo ruolo sono molto sotto-dimensiona­ti. Alla «Sapienza» di Roma non c’è un completo coordiname­nto tra i vari dipartimen­ti. Ecco perché le università private finiscono per fare la parte del leone. La Luiss a Roma ha attualment­e almeno 200 posizioni aperte di tirocinio al mese destinate ai suoi studenti, la Bocconi (è una stima approssima­tiva) è a 300. La Statale sfiora quota 500. In totale — consideran­do il variegato mondo universita­rio italiano — ci sono in media 20 mila studenti al mese a caccia di un tirocinio. Per pochi di loro c’è un vero supporto. Peccato.

 ??  ?? La sede dell’Università Bocconi. L’ateneo milanese è tra le «best practice» in Italia per quanto riguarda i tirocini
La sede dell’Università Bocconi. L’ateneo milanese è tra le «best practice» in Italia per quanto riguarda i tirocini
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy