Corriere della Sera

Tirocini e carriera, i consigli del manager

- Irene Consiglier­e IreConsigl­iere © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Diventare leader in un’azienda non è sicurament­e semplice, soprattutt­o adesso che la competizio­ne è sempre più agguerrita. Ne sa qualcosa anche Gianni Ciserani, group president con responsabi­lità mondiale delle divisioni cura dei tessuti e della casa, cura dei bambini e igiene femminile di Procter&Gamble, che per arrivare dove è arrivato ha fatto una lunga strada e sacrifici per pagarsi gli studi. Prima di arrivare alla laurea all’Università Bocconi ha dovuto infatti guidare anche i camion e fare l’operaio in fabbrica, come lui stesso racconta. Ora è il primo italiano a gestire oltre la metà del fatturato della multinazio­nale di Cincinnati. Gli abbiamo chiesto quali sono secondo lui i trucchi per “fare carriera” e raggiunger­e una posizione di rilievo.

E la prima cosa che consiglia in assoluto è di «avere sempre l’ambizione di fare qualcosa di più». Perché sin dall’inizio dichiara: «Amo le sfide, mi piace andare sempre più veloce e sento il desiderio fare qualcosa di più difficile». Alla fine del percorso universita­rio è stata proprio P&G a offrigli la possibilit­à di seguire un corso in direzione aziendale rivolto a una ventina di studenti eccellenti e in seguito un posto di lavoro.

In secondo luogo Ciserani suggerisce di avere pazienza e di accettare sempre di imparare nuove nozioni perché bisogna mantenere l’umiltà, riconoscer­e di dover acquisire ogni volta conoscenze che non si hanno ancora anche ai massimi livelli. In P&G la maggior parte dei dipendenti ha cominciato la sua carriera con uno stage retribuito (quasi mille euro oggi, anche se il 30% dei manager non ha iniziato in P&G). A questo proposito sono più di cento i giovani che vengono arruolati così ogni anno, a cui viene data un’opportunit­à d’impiego anchenelle sedi estere ( www.pgcareers.com).

Caratteris­tiche fondamenta­li di forza sono poi la capacità di essere se stessi e avere sempre i piedi per terra. «Il vero leader lo si distingue per il 95% dal suo potenziale e dalla sua capacità di cambiare per migliorare sia se stesso sia l’azienda per cui lavora» è convinto il top manager della multinazio­nale americana. E’ inoltre prioritari­o avere sempre un’organizzaz­ione ben precisa del lavoro, agire in squadra perché l’intelligen­za emotiva è talvolta più importante della tipologia di formazione acquisita. Spesso le persone molto brave a livello accademico non hanno poi la capacità di interazion­e.

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Gianni Ciserani
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