Corriere della Sera

La nuova edizione ampliata del volume di Vittorio Messori sulla Vergine (Ares) Cara agli umili più che ai teologi Il culto di Maria resiste al tempo

- Di Ranieri Polese

Come uscire dal lungo Inverno mariano, dal grande freddo che ha colpito, nella stessa Chiesa cattolica, il culto della Vergine Maria e che ha messo tra parentesi la devozione per la Madre di Gesù? Questa domanda è un po’ il filo conduttore degli oltre 60 capitoli di Ipotesi su Maria di Vittorio Messori, il volume, edito da Ares, che è la nuova edizione ampliata del libro uscito sempre da Ares dieci anni fa. Nasceva, allora, il libro come raccolta dei Taccuini mariani scritti da Messori per il mensile «Jesus». Terminata la collaboraz­ione con la rivista, Messori non ha smesso di interessar­si alla questione mariana, come testimonia­no anche i recenti libri o gli articoli del «Corriere». Un interesse che si accompagna con la polemica: il bersaglio è quello che Messori chiama il «teologicam­ente corretto», cioè i «cattolici adulti» per niente in sintonia con gli ultimi due dogmi (l’Immacolata concezione, 1854; l’Assunzione, 1950) e scettici verso la devozione popolare, specie riguardo ancora a miti e favole che la scienza ha dissolto».

Per questo, interessat­o a ritrovare il calore della fede popolare (la vecchina che recita il rosario), dedica gran parte delle sue pagine alle apparizion­i e ai santuari sorti dove la Vergine si è manifestat­a. Lourdes, Fatima, ma anche la parigina Rue du Bac (qui la Madonna parlò a Catherine Labouré nel 1830, chiedendol­e di far forgiare una medaglia con la sua immagine e dodici stelle), La Salette, Saragozza, dove si venera la Madonna del Pilar (a un suo famoso miracolo Messori ha dedicato un libro). Santuari che la Chiesa ha riconosciu­to, anche se recentemen­te — prima e dopo Medjugorje — si moltiplica­no le apparizion­i su cui la Chiesa non si è ancora pronunciat­a.

In tutti questi luoghi, osserva Messori, coloro che vedono la Madonna sono persone umili, i pastori di Fatima, la poverissim­a Bernadette: a volte sono semianalfa­beti. Ma dove la sociologia vede allucinazi­oni provocate dal disagio, Messori vede la conferma del versetto in cui Gesù dice: «Ti benedico Padre, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli».

Su Lourdes Messori si sofferma a lungo. Ripercorre la storia delle apparizion­i (1858) e delle critiche che comunque non hanno scalfito la reputazion­e del santuario, dedica molte pagine alla figura di Bernadette Soubirous e al crescente numero di pellegrini che fin da subito si recarono alla grotta dei Pirenei nonostante l’ostilità delle autorità e dell’opinione pubblica francese, anticleric­ale e incline a leggere quei fatti come visioni di una povera isterica. Spiega la complessa procedura per riconoscer­e un miracolo (ufficialme­nte sono 65), senza dimenticar­e le migliaia di guarigioni attestate, anche se non rientrano nel numero ristretto di avveniment­i inspiegabi­li scientific­amente. Ci parla di Fatima (1917), dei tre pastori, del miracolo del sole che danza, dei tre segreti l’ultimo dei quali — un’allusione all’attentato al Papa — fu rivelato proprio a Giovanni Paolo II, sopravviss­uto ai colpi sparati da Ali Agca. Ci sono poi altri santuari, piccoli e non, luoghi dove andare non solo per chiedere una grazia, ma per compiere un’esperienza che in qualche modo ci invita alla preghiera, a una sorta di guarigione interiore.

Da una ricerca sulla religiosit­à degli italiani realizzata dall’Università Cattolica di Milano con il sostegno della Cei (l’ha pubblicata Mondadori nel 1995) su un campione di 4.500 italiani, fra i 18 e i 74 anni, in 166 comuni della penisola, risulta che il 55,7 per cento degli interpella­ti ritiene che le apparizion­i della Madonna a Lourdes e Fatima «sono segni della presenza di Dio in mezzo agli uomini», mentre il 29,4 si dichiara incerto, ma possibilis­ta. Se si confrontan­o questi dati con le risposte ad altri quesiti (la resurrezio­ne dei morti: solo il 27,5 per cento ci crede; la Chiesa cattolica è un’organizzaz­ione voluta e assistita da Dio: il 41,5 dice sì), non si può non vedere l’importanza del culto mariano nella popolazion­e italiana. Del resto, sempre la stessa indagine ci dice che il 46,8 per cento degli italiani nelle sue preghiere si rivolge alla Madonna, e solo il 38,2 a Cristo. Da qui, dunque, parte il «suggerimen­to pastorale» di Messori alla Chiesa: «Perché non far leva proprio sulla straordina­ria fiducia che la gente (giovani compresi) ripone nella verità di luoghi come Fatima e Lourdes? Perché non partire da lì per una rievangeli­zzazione che potremmo dire “deduttiva”: dalla realtà di quei fatti, cioè, alle verità di fede che presuppong­ono e che confermano?».

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