L’autore
La nuova edizione del libro di Vittorio Messori Ipotesi su Maria (Ares, pagine 672,
21,50), pubblicata a fine 2015, comprende tredici capitoli inediti rispetto alla versione uscita nel 2005 presso lo stesso editore
Nato a Sassuolo nel 1941, Messori si è convertito al cattolicesimo nel 1964 ed è divenuto famoso con il bestseller Ipotesi su Gesù (Sei, 1976)
Firma del «Corriere della Sera», Messori ha pubblicato nel 1985 il libro intervista Rapporto sulla fede (San Paolo) con l’allora cardinale Joseph Ratzinger e nel 1994 il libro intervista Varcare la soglia della speranza (Mondadori) con papa Giovanni Paolo II
Tra le opere più recenti di Messori: Bernadette non ci ha ingannati (Mondadori, 2012); Perché credo (con Andrea Tornielli, Piemme, 2008); Emporio cattolico (SugarCo, 2006) «Perché non far leva sulla fiducia riposta dalla gente nella verità di Fatima e Lourdes?»
alle apparizioni mariane, ai miracoli, alle guarigioni.
Alla base di questa posizione critica, Messori vede «un contagio protestante». Cioè la volontà di conformarsi al pensiero dei teologi riformati nell’idea — per Messori falsa — di conciliare religione e modernità. Le Chiese riformate, come è noto, oltre a condannare la venerazione dei santi come paganesimo, non solo rifiutano i dogmi dell’Immacolata e dell’Assunzione, ma considerano il culto di Maria una sorta di pericolosa idolatria. Del resto — in Ipotesi su Maria la citazione ritorna spesso — il più importante teologo protestante, Karl Barth, definiva la mariologia «escrescenza tumorale del cattolicesimo». Ma il neoprotestantesimo diffuso fra i cattolici all’indomani del Concilio Vaticano II ha, per Messori, anche il difetto di arrivare a tempo scaduto, quando cioè «le comunità protestanti storiche sono morenti, fornite di cattedre universitarie ma quasi del tutto prive di popolo».
Parla, Messori, da «cattolico normale», libero dai complessi di inferiorità. È un credente, ma conosce e discute le idee dei critici che rileggono i testi evangelici alla luce della scienza e distinguono il Cristo storico dal Cristo della fede. In polemica con i protestanti, lui non considera solo la Scrittura, ma anche la tradizione importantissima proprio per quanto riguarda Maria. Parla a nome dei «semplici cattolici attardati, legati