Corriere della Sera

De Rossi e l’insulto razzista, il rischio di stop è minimo Nessuna prova tv. La Procura federale potrebbe aprire un’inchiesta ma solo se interviene la politica

- Luca Valdiserri

Un giorno il frocio, l’altro lo zingaro. E, in sottofondo, il ritornello omertoso che «quello che succede in campo deve restare in campo». Il calcio italiano sa come farsi del male. L’immagine all’estero è pessima e le ultime uscite di Sarri (contro Mancini) e De Rossi (contro Mandzukic) non l’hanno migliorata.

L’allenatore del Napoli se l’è cavata con due giornate di squalifica da scontare nella prossima Coppa Italia, il romanista non è stato deferito al Giudice sportivo. La Procura federale Figc non ha potuto inviare a Tosel le immagini del labiale dell’insulto («Stai muto, zingaro di m...») perché non rientrano nella casistica prevista. Sono da prova tv atti violenti non visti o espression­i blasfeme. Si può essere squalifica­ti per una bestemmia (infatti è successo) ma non per un insulto a sfondo razziale non sentito.

È capitato quando Balotelli accusò Spolli di averlo apostrofat­o con «negro di m...». Ha ricevuto 10 giornate di squalifica il giovane atalantino Grassi, neo acquisto del Napoli, perché in una partita del campionato Primavera disse a un giocatore di colore del Chievo «alzati, vu’ cumprà». Ma in quell’occasione l’arbitro sentì ed espulse il giocatore. L’articolo 11 del Codice di giustizia sportiva della Figc parla espressame­nte di «comportame­nto discrimina­torio» e lo punisce con la squalifica di 10 giornate o, nei casi più gravi, con una squalifica a tempo determinat­o.

La mancata prova tv non significa che De Rossi sia del tutto al sicuro. La Procura federale potrebbe aprire un fascicolo con immagini tv e articoli di stampa, riservando­si di interrogar­e le parti. Allo stato attuale, però, ci vorrebbe l’intervento della politica sportiva ai più alti livelli o della politica tout court. Nel caso Optì-Pobà,

Veleni Mandzukic, 29 anni, e De Rossi, 32 (Canoniero) però, questo non avvenne.

Resterebbe un ultimo problema: Sarri ha ricevuto una punizione blanda perché l’insulto «era stato fatto a una persona notoriamen­te eterosessu­ale» come Roberto Mancini. La Croazia non è un Paese tenero con i «rom» e Mandzukic non è un assistente sociale. I difensori di De Rossi potrebbero dire che è chiaro a tutti che Mandzukic non sia uno zingaro. Senza regole chiare si passa all’interpreta­zione. È per questo che le regole attuali vanno riscritte e migliorate. Chi avrà voglia di farlo?

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