Accordo a Bruxelles sulle sofferenze delle banche italiane
Padoan: abbiamo trovato l’intesa sulle sofferenze. Vestager: soluzione in regola con l’Ue L’ipotesi di una garanzia pubblica per la cartolarizzazione dei crediti difficili da incassare
Ci sono volute cinque ore. Poi l’accordo è stato raggiunto tra Italia e Ue sulla bad bank. Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan e il commissario Ue alla Concorrenza, Margrethe Vestager, hanno trovato il compromesso che permetterà al nostro sistema bancario di alleggerirsi dai circa 200 miliardi di prestiti deteriorati. Prima dell’incontro, Padoan aveva spiegato alla commissione Lavoro dell’Europarlamento la sua proposta di sussidio europeo alla disoccupazione.
Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ha annunciato un «accordo» con il commissario Ue per la Concorrenza, la danese Margrethe Vestager, su come alleggerire il sistema bancario italiano da prestiti deteriorati per circa 200 miliardi, che frenano la concessione del credito e di conseguenza anche la ripresa economica. Padoan ha parlato di un meccanismo di garanzia, che rappresenta uno strumento molto utile per la gestione delle cosiddette «sofferenze» bancarie.
Si tratta di un meccanismo più complesso di una comune garanzia pubblica sulle cartolarizzazioni dei prestiti deteriorati. «E’ uno strumento che completa la scatola degli attrezzi per gestire i crediti in sofferenza», ha detto il ministro dell’Economia, aggiungendo che «i dettagli tecnici saranno messi a punto nelle prossime ore». Vestager ha definito l’accordo «un passo importante per sostenere le banche italiane nella gestione dei loro crediti non esigibili. Assieme alle altre riforme avviate dalle autorità italiane , dovrebbe ulteriormente migliorare l’abilità delle banche a finanziare l’economia reale e a guidare la crescita economica».
La trattativa tra Padoan e Vestager nel palazzo Berlaymont di Bruxelles è durata molto più del previsto. Si è conclusa alle 22 dopo oltre cinque ore, imponendo al ministro, che prima dell’incontro con il commissario danese aveva spiegato alla commissione Lavoro dell’Europarlamento di Bruxelles la sua proposta di sussidio europeo di disoccupazione, di cancellare un appuntamento con gli eurodeputati italiani fissato alle 18.30.
Con Vestager c’era da valutare fino a che punto si può intervenire con aiuti di Stato senza distorcere la concorrenza
Le condizioni Il confronto con Vestager, ora la parola ai tecnici per fissare le condizioni
con gli istituti di credito di altri Paesi Ue. Alla fine la danese ha detto che le garanzie sui crediti «a entità separate e gestite individualmente» sono in regola perché saranno vendute «a prezzi di mercato».
La Commissione ha escluso la soluzione della «bad bank» pubblica, che assorbirebbe dalle banche le posizioni problematiche trasferendo sullo Stato i rischi della loro successiva vendita. La strada percorribile è diventata qualcosa che Padoan ha definito «più complicato» di una normale garanzia statale, grazie a un «meccanismo di incentivazione molto utile per accelerare i tempi» .
Sulle garanzie pubbliche da vendere alle società veicolo il problema è che, se il prezzo fosse troppo basso (come vorrebbero le banche), Vestager potrebbe considerarli aiuti di Stato irregolari. Se il prezzo fosse più alto (come vorrebbe la Commissione europea) il sistema bancario dovrebbe assorbire perdite più pesanti.
Padoan, dopo giorni di trattative tra i tecnici di Roma e di Bruxelles, ha trovato il punto d’incontro politico. La durata della trattativa e il rinvio della definizione degli aspetti tecnici dell’accordo ha dimostrato che le parti erano più distanti di quanto a Roma pensassero.
C’è ancora da valutare quale valore di riferimento verrà attribuito ai crediti deteriorati quando gli istituti di credito li cederanno. Anche in questo caso Vestager giocherebbe al ribasso , mentre Padoan tira su l’asticella per aiutare il sistema bancario italiano.
Tra l’altro, al di là della normativa Ue sulla Concorrenza, dall’1 gennaio scorso le nuove regole di Bruxelles hanno introdotto il principio di non mettere più le perdite bancarie a carico degli Stati e di farle pagare ai privati (azionisti, obbligazionisti e grandi depositanti).