Netanyahu attacca Ban «Giustifica il terrorismo»
La reazione immediata è stata quella di mostrare al Consiglio di Sicurezza quelle che il governo israeliano chiama «le bambole del terrorismo»: un pupazzotto con la keffiah che gli nasconde il volto e il pugno alzato pronto a scagliare una pietra. Danny Danon, ambasciatore alle Nazioni Unite, ha voluto replicare alle parole di Ban Ki-moon che poco prima aveva affrontato, nell’incontro da calendario sul Medio Oriente, i quattro mesi di violenza e gli assalti al coltello dei palestinesi contro gli israeliani. Il segretario generale ha condannato i lanci di razzi dalla Striscia di Gaza ma ha avvertito: «Come i popoli hanno dimostrato nelle varie epoche, è naturale reagire all’occupazione». Danon ha innalzato la bambola, il suo primo ministro un muro di parole contro Ban Ki-moon: «Offre una sponda al terrorismo senza capire che non ci può essere giustificazione. Gli assassini palestinesi non vogliono costruire una nazione, vogliono distruggere la nostra. Non uccidono in nome della pace e o dei diritti umani». Benjamin Netanyahu è convinto che le Nazioni Unite abbiano perso la «dirittura morale», non siano più un mediatore equilibrato. Quando il segretario generale ha visitato Gerusalemme lo scorso ottobre, lo ha invitato a «dire la verità sul terrorismo palestinese». In sostanza a sostenere la linea del governo che in questi mesi ha costruito una campagna per accusare il presidente Abu Mazen di incitare «allo spargimento di sangue». Danon e Netanyahu non hanno risposto alle accuse di Ban Ki-moon, che considera l’espansione delle colonie tra le cause della violenza. E non sembrano ascoltare le parole di Abu Mazen che ai giornalisti israeliani ha ripetuto di «agire con qualunque mezzo per fermare gli assalti».