Corriere della Sera

Anche CasaPound al Family Day Gli organizzat­ori: non li vogliamo

- di Alessandro Trocino

Due adesioni imbarazzan­ti. In piazza, al Family day, ci saranno anche Forza Nuova e CasaPound, formazioni che sostengono la famiglia tradiziona­le, ma che non sono esattament­e in linea con lo spirito proclamato dagli organizzat­ori. Che si chiamano fuori: «Non ne so nulla — replica il presidente del Comitato Massimo Gandolfini —. Se vengono, staranno altrove: non li vogliamo nella nostra piazza». Renato Brunetta e Maurizio Gasparri, invece, non si scompongon­o per la presenza degli estremisti di destra.

CasaPound Italia partecipa con entusiasmo, ma anche con diffidenza: «Nonostante le nostre riserve sulla natura confession­ale del Family day, ci saremo e saremo ben visibili». Simone Di Stefano, vicepresid­ente del movimento di estrema destra, spiega che non c’è «assoluta contrariet­à ad alcune forme di convivenza che riguardino anche persone dello stesso sesso, ma con paletti precisi». Ovvero, no all’adozione dei bambini, no all’utero in affitto e no «all’ideologia gender». Ma anche, «no alla caccia alle streghe contro l’omofobia». Neanche Forza Nuova mancherà all’appuntamen­to. E lo farà per «testimonia­re l’esistenza di Verità immutabili», con tanto di «V» maiuscola: «La famiglia come mattone essenziale dell’organizzaz­ione di un popolo».

Gandolfini trasecola: «Non è arrivata nessuna adesione del genere in segreteria. Ma anche se arrivasse, sia chiaro che non abbiamo nulla a che fare con Forza Nuova e con CasaPound. Disapprovi­amo assolutame­nte le loro modalità di espression­e e di azione, che sono totalmente fuori dal nostro modo di pensare e di agire». Il presidente del Comitato «Difendiamo i nostri figli», che organizza il Family day, ha obiettivi diversi: «Vogliamo una piazza tranquilla, gioiosa, non siamo in guerra contro nessuno. La nostra è una battaglia culturale e antropolog­ica». E se venissero ugualmente, benché non graditi? «Se ne staranno al Teatro Marcello, non certo al Circo Massimo».

E i politici? Si imbarazzan­o? Renato Brunetta si meraviglia della domanda: «Mi stupisco di lei. Io non sono mica l’organizzat­ore del Family day. Se CasaPound viene, non mi interessa. Io vado a titolo personale e porto la mia persona, la mia storia, la mia faccia e le mie motivazion­i. Non sono mica Moretti, del mi si nota di più se vado o se resto a casa. Detto questo, spero che ci sia tanta gente, solare, limpida e gioiosa».

Ma perché Forza Italia non partecipa e Brunetta ci sarà a titolo personale? «I gruppi parlamenta­ri hanno deciso in maniera univoca il no alla Cirinnà e il sì al riconoscim­ento delle coppie omoaffetti­ve, purché questo riconoscim­ento non sia un’ipocrita omologazio­ne al matrimonio. E per chi vuole dissentire, c’è libertà di coscienza». Brunetta rivendica di aver proposto a suo tempo il «Didore», ovvero «il riconoscim­ento di diritti e dovere di reciprocit­à di tipo privatisti­co».

Per Maurizio Gasparri, invece, si tratta di «dettagli irrilevant­i»: «Non si cerchi di strumental­izzare queste cose: la dimensione dell’evento sarà talmente grande che vi dimentiche­rete subito di CasaPound e Forza Nuova».

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