Corriere della Sera

POSIZIONI RIGIDE CHE NASCONDONO OBIETTIVI ANCORA COPERTI

- Di Massimo Franco

Il referendum adesso è evocato esplicitam­ente. Viene «messo nel conto» dal ministro dell’Interno, Angelino Alfano, leader del Ncd. Punterebbe ad abrogare la riforma delle unioni civili nel caso sia approvata anche con l’adozione dei bambini da parte delle coppie omosessual­i. La cosa singolare è che la presa di posizione arriva in coincidenz­a con quella del Consiglio d’Europa che chiede all’Italia di «riconoscer­e le coppie dello stesso sesso », come ha stabilito la Corte europea nel luglio scorso e «come accade nella maggior parte degli Stati membri».

Non è chiaro se queste spinte siano destinate a favorire un compromess­o in Senato o a complicarl­o. La prospettiv­a di una guerra referendar­ia forse preoccupa più il Vaticano che Palazzo Chigi. Da settimane, la cerchia papale osserva quanto sta accadendo a Palazzo Madama e nel governo con un filo di preoccupaz­ione. Vede nella determinaz­ione di Matteo Renzi a fare approvare la legge firmata da Monica Cirinnà una forzatura ideologica. Evita, tuttavia, di intervenir­e in modo diretto, nella convinzion­e che il Family Day del 30 gennaio non debba diventare una manifestaz­ione sovrastata da parole d’ordine troppo radicali e «referendar­ie».

Nei giorni scorsi il nome di Alfano è affiorato dopo che il ministro aveva già adombrato l’ipotesi di una consultazi­one. E le sue parole erano state accolte con freddezza. Il fatto che il presidente della Cei, Angelo Bagnasco abbia rimarcato l’appoggio dei vescovi agli organizzat­ori non cambia uno sfondo di sostanzial­e prudenza. In Parlamento, però, l’atmosfera è diversa. Ieri i senatori del Pd hanno espresso all’unanimità di volere approvare «una buona legge». La formula lascia indovinare la volontà di smussare i contorni della parte riguardant­e le adozioni: punto sul quale è difficile piegare le resistenze trasversal­i. Si tratta di perplessit­à presenti non solo della cosiddetta «ala cattolica» del partito, ma più estese: attraversa­no anche Forza Italia. Le richieste di rinviare di un paio di mesi la riforma fotografan­o uno stallo che la compattezz­a del Pd esorcizza ma non supera. È poco verosimile che il Ncd di Alfano receda dalla sua scelta di identità: sì alle unioni, non alle adozioni. Tanto più dopo che Silvio Berlusconi si è schierato a favore della riforma, deludendo un pezzo di elettorato.

Il Nuovo centrodest­ra spera di prendersen­e almeno una parte alle amministra­tive di giugno: lo stesso calcolo attribuito a Renzi per arginare uno smottament­o a sinistra della maggioranz­a. Non bastasse, c’è da chiedersi se un Movimento 5 stelle sulla difensiva sia disposto a consegnare la vittoria al premier appoggiand­olo sulle unioni civili.

In apparenza è tutto chiaro. In realtà, si notano margini di ambiguità che coprono le vere intenzioni delle forze politiche. E preparano qualche sorpresa.

La cautela Un Vaticano fermo sui principi ma cauto per non essere risucchiat­o nello scontro sulle unioni civili e nelle logiche di una guerra referendar­ia

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