I tifosi tra paura di una trappola a orologeria e (vere) tensioni
Le paure
Inchiesta giudiziaria o bomba a orologeria? Anche il Napoli di De Laurentiis finisce nell’indagine sull’emissione e utilizzazione di fatture gonfiate, in particolare per la cessione di Lavezzi, e il tifoso azzurro si interroga. Propende per la seconda ipotesi, naturalmente, e si capisce perché. Il ragionamento del tassista, ma anche dell’avvocato o del prof con la testa e il cuore nel pallone, è grossomodo questo: tutto succede ora perché ora, e solo ora, dopo ventisei anni dall’ultimo scudetto, il Napoli è primo in classifica, ha due punti di vantaggio sulla Juventus, registra una forma fisica invidiabile, come dimostrano i 27 gol segnati nei secondi tempi, e ha un capocannoniere, Higuain, con una media realizzatrice da Guinness dei primati, superiore a quella di Maradona, Cavani, Careca e perfino di Jepson, che i più giovani neanche se lo ricordano più, perché fu acquistato da Lauro nei lontani anni Cinquanta. Insomma, all’orizzonte c’è il paradiso calcistico e il timore, se non la certezza, e che qualcuno voglia invece far precipitare la squadra in un purgatorio di sospetti, maldicenze e inutili tensioni. Tutto è possibile, per carità, e in una eterogenesi dei fini può anche starci che il lavoro oggettivo di un pool di pm possa essere da altri strumentalizzato per scatenare una guerra psicologica. Ma un simile atteggiamento di difesa armata replicherebbe quello di pochi giorni fa, quando Sarri diede del «finocchio» a
L’idea dell’attacco alla squadra di nuovo capolista e in gran forma e della manovra per rovinare tutto: ma la dirigenza non è serena
Mancini. Allora tutta la tifoseria azzurra si levò a difesa del suo allenatore, come se nulla fosse, secondo la discutibile tesi per cui lo stadio è un mondo a parte, sempre che, si intende, le offese siano rivolte all’avversario e non subite. Da qui la sensazione di una recidiva nel voler respingere a prescindere ogni forma di censura. Tuttavia un motivo di preoccupazione i tifosi farebbero bene ad averlo. Riguarda, per così dire, lo stile azzurro. «Questa inchiesta è tutta fuffa, sono sereno» ha detto ieri De Laurentiis. Ma alla presentazione del suo ultimo film con Verdone e Albanese, il presidente del Napoli ha vistosamente mandato a quel paese una cronista. Sul web si sente chiaro e forte mentre l’accusa di rompere ciò che Sarri solitamente si tocca per fare gli scongiuri. Sereno, sì. Ma si ammetterà: anche poco costumato.
@mdemarco55