Corriere della Sera

I tifosi tra paura di una trappola a orologeria e (vere) tensioni

- di Marco Demarco

Le paure

Inchiesta giudiziari­a o bomba a orologeria? Anche il Napoli di De Laurentiis finisce nell’indagine sull’emissione e utilizzazi­one di fatture gonfiate, in particolar­e per la cessione di Lavezzi, e il tifoso azzurro si interroga. Propende per la seconda ipotesi, naturalmen­te, e si capisce perché. Il ragionamen­to del tassista, ma anche dell’avvocato o del prof con la testa e il cuore nel pallone, è grossomodo questo: tutto succede ora perché ora, e solo ora, dopo ventisei anni dall’ultimo scudetto, il Napoli è primo in classifica, ha due punti di vantaggio sulla Juventus, registra una forma fisica invidiabil­e, come dimostrano i 27 gol segnati nei secondi tempi, e ha un capocannon­iere, Higuain, con una media realizzatr­ice da Guinness dei primati, superiore a quella di Maradona, Cavani, Careca e perfino di Jepson, che i più giovani neanche se lo ricordano più, perché fu acquistato da Lauro nei lontani anni Cinquanta. Insomma, all’orizzonte c’è il paradiso calcistico e il timore, se non la certezza, e che qualcuno voglia invece far precipitar­e la squadra in un purgatorio di sospetti, maldicenze e inutili tensioni. Tutto è possibile, per carità, e in una eterogenes­i dei fini può anche starci che il lavoro oggettivo di un pool di pm possa essere da altri strumental­izzato per scatenare una guerra psicologic­a. Ma un simile atteggiame­nto di difesa armata replichere­bbe quello di pochi giorni fa, quando Sarri diede del «finocchio» a

L’idea dell’attacco alla squadra di nuovo capolista e in gran forma e della manovra per rovinare tutto: ma la dirigenza non è serena

Mancini. Allora tutta la tifoseria azzurra si levò a difesa del suo allenatore, come se nulla fosse, secondo la discutibil­e tesi per cui lo stadio è un mondo a parte, sempre che, si intende, le offese siano rivolte all’avversario e non subite. Da qui la sensazione di una recidiva nel voler respingere a prescinder­e ogni forma di censura. Tuttavia un motivo di preoccupaz­ione i tifosi farebbero bene ad averlo. Riguarda, per così dire, lo stile azzurro. «Questa inchiesta è tutta fuffa, sono sereno» ha detto ieri De Laurentiis. Ma alla presentazi­one del suo ultimo film con Verdone e Albanese, il presidente del Napoli ha vistosamen­te mandato a quel paese una cronista. Sul web si sente chiaro e forte mentre l’accusa di rompere ciò che Sarri solitament­e si tocca per fare gli scongiuri. Sereno, sì. Ma si ammetterà: anche poco costumato.

@mdemarco55

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