Quel sequestro da 5 milioni frutto del «duello» tra pm
Villa Treves, sul Lago Maggiore, è stata costruita nel 1780 dalla famiglia Beretta
Da zero a 100 all’ora in 8 secondi, vantano le prestazioni delle auto. Da zero indagati a 5 milioni di euro di immobili sequestrati per riciclaggio, compresa la settecentesca Villa Treves sul Lago Maggiore, è invece da ieri il singolare «promo» di una inchiesta che la Procura Generale di Milano nel 2015 aveva tolto per «inerzia investigativa» alla Procura della Repubblica, con avocazione revocata però in dicembre dalla Procura Generale di Cassazione perché «contro l’inerzia investigativa la legge non prevede alcun rimedio», e «una dilatazione» dell’avocazione finirebbe per «sfigurare l’architettura concettuale del processo». Se proceduralmente aveva dunque avuto ragione l’ufficio del procuratore Bruti Liberati, ieri col sequestro è però emerso che, nel merito, proprio l’avocazione bocciata aveva intanto consentito all’ufficio del procuratore generale Roberto Alfonso e del pg Felice Isnardi di perseguire il riciclaggio dietro le fittizie compravendite di Villa Treves a Belgirate (da non confondere con Hotel Villa Carlotta), dell’ex Albergo Colonna e di Casa Carnevali, immobili che nel 2010 il Tribunale di Verbania aveva ordinato ad alcuni condannati per usura di restituire alle vittime.
Il gip Magelli aveva sollecitato al pm Scudieri un cambio di reato e l’iscrizione (per riciclaggio) di venditori e fittizi acquirenti, il pm del pool economia aveva indagato solo alcuni, allora il pg Isnardi aveva avocato, con la GdF indagato anche gli altri, e chiesto al gip un sequestro, rimasto per aria quando la Cassazione aveva annullato l’avocazione. La richiesta è tornata al pm, che a quel punto l’ha fatta propria.