Corriere della Sera

Quaranta pietre per ricordare

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Renzo Gattegna Riccardo

Pacifici Marco De

Paolis

«Tra un paio d’anni — scommette Renzo Gattegna, il presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane — saranno finalmente pronti a Roma il Museo della Shoah di Villa Torlonia e a Ferrara, nell’area dell’ex carcere, il Museo dell’Ebraismo italiano». Due belle notizie, dice Gattegna, «perché la memoria è importante e allora ecco che in un giorno come questo auspico che si continui a cercare dentro quello che fu chiamato l’Armadio della vergogna (rinvenuto a Roma nel ‘94 in uno sgabuzzino della cancelleri­a della Procura militare, ndr) e che si continuino a esaminare tutti quei fascicoli sui crimini di guerra commessi durante l’occupazion­e nazifascis­ta. Mi auguro che si cerchi anche in altri luoghi, in altri archivi, non per un’ansia astratta di giustizia, ma solo per conoscere «Qui abitava Mario Colombo, nato nel 1914, deportato ad Auschwitz il 6-12-1943, assassinat­o il 30-3-1944». Sono le Stolperste­ine, pietre d’inciampo, il primo «monumento dal basso» ideato dall’artista tedesco Gunter Demnig per ricordare le vittime del nazifascis­mo. Piccole targhe d’ottone (in Europa sono oltre 50 mila) con nomi e date, incastonat­e davanti alle case delle vittime. Per il secondo anno Torino le accoglie sulle sue strade, arrivando con queste 40 a 67 pietre totali sul territorio cittadino. L’iniziativa è promossa dal Museo diffuso della Resistenza con la Comunità ebraica di Torino, il Goethe-Institut Turin e la sezione locale dell’Associazio­ne nazionale ex deportati ( foto di Francesca Lai).

Si continui a cercare dentro l’Armadio della vergogna e in altri archivi per conoscere in modo più completo la storia italiana Quando incontrano gli studenti, i sopravviss­uti vogliono far nascere gli anticorpi all’indifferen­za. Il mondo è ancora in pericolo

più completame­nte la nostra storia italiana». Il Giorno della Memoria è oggi e Gattegna prenderà parte, al Quirinale, alla solenne celebrazio­ne (ore 11) alla presenza del capo dello Stato, Sergio Mattarella. Insieme a lui, Sami Modiano, 85 anni, sopravviss­uto ad Auschwitz e poi una delegazion­e di Rom e Sinti, perché anche la loro gente fu vittima di sterminio. Al Teatro Arcimboldi di Milano (ore 10,30) interverrà Liliana Segre, 85 anni, reduce dell’olocausto, deportata ad Auschwitz il 30 gennaio 1944 dal Binario 21 della stazione di Milano Centrale (oggi sede del Memoriale della Shoah).

«I sopravviss­uti — sottolinea l’ex presidente della comunità ebraica di Roma, Riccardo Pacifici — quando incontrano gli studenti non vogliono mai suscitare lacrime o compassion­e. Quel che più

Negli ultimi dieci anni abbiamo condannato 57 persone all’ergastolo ma solo sette vivono Nessuna pena è stata eseguita dalla Germania

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